Nards è il racconto di una storia d’amore in ogni fase; pop ben scritto anche se non sempre del tutto convincente.
In tutte le dieci tracce del disco, quello che Vollono ci propone è un racconto delle multiple sfaccettature dell’amore, idilliaco e tormentato, ingigantito dai gesti quotidiani o distrutto da un addio. Nards è il perfetto compendio di questo sentimento che torna di continuo, mai analizzato cercando una precisione scientifica ma sempre con la spontaneità di chi lo sente ancora vivo dentro di sé.
A livello di melodie, non si tratta di un lavoro innovativo o sperimentale. La tracklist presenta molti brani impostati allo stesso modo e nei quali la chitarra, acustica o elettrica, unita ai sintetizzatori, accompagna con delicatezza le prime strofe per poi arrivare ad un crescendo sul ritornello. Senza dubbio brani ben costruiti, anche se la struttura ripetitiva dopo un intero ascolto colpisce meno.
Interessante è la scelta di inserire Nards, canzone che da il nome al disco, anche in versione live (all’SDM Recording Studio). In questa veste differente, dal suono svuotato ed essenziale, acustico, intimo, riesce a convincere di più comunicando in modo diretto i sentimenti dell’artista.
Nel complesso interessante è anche Oggi come ieri, dove si parla di un amore vivo che però lascia presagire un’angoscia, una malinconia di fondo, impossibile da eliminare, mentre meno d’impatto risulta Non so, che sconfina in territori più rock rispetto al pop degli altri brani.
Vollono è riuscito a trovare in Nards una valvola di sfogo per liberare la sua storia tra una strofa e l’altra. La voglia di raccontarsi è evidente, si percepisce da subito, ma alcune scelte soprattutto per quel che riguarda il sound del disco convincono poco, non riuscendo sempre a coinvolgere l’ascoltatore. Per questo, si perde una parte della potenzialità comunicativa su cui le canzoni fanno affidamento.
---
La recensione Nards di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-10 10:42:00
COMMENTI