La cantautrice sicula trapiantata a Pavia, prodotta da Alosi (Il Pan del Diavolo), intreccia pop, folk e tradizione
Beatrice Campisi è una cantautrice sicula di Avola, trapiantata a Pavia, che sa cos'è il pop e non disdegna né il folk né la tradizione. Così ha intrecciato queste sue anime negli otto brani di Ombre, il suo secondo album di inediti. Beatrice ha scritto testi e musiche, con un produttore d'eccezione come Alosi (Il Pan del Diavolo), che si è occupato anche di chitarre, batterie, percussioni, synth e banjo. Lei inoltre ha cantato e suonato la sua chitarra, affiancata da altri musicisti e strumenti come il basso, il piano, l'organo, la fisarmonica e il leggendario marranzano (o scacciapensieri).
Il disco si apre così con lo storytelling di Cummaredda, ispirato a un'antica filastrocca e a un "rito" della storia popolare siciliana. Scorrono poi le potenti fragilità delle Gondole di carta e L'altra lei, i fotogrammi frenetici e metropolitani di Angelo verde e le Ombre notturne di due innamorati. Con il suo ritmato andamento vintage e il suo gusto retrò spicca Zoo, una canzone che ha il sapore un po' di Vinicio Capossela e un po' di Fabrizio De André, per raccontare i detenuti nelle carceri. La chiusura è affidata alla lirica intensa e acustica di Cambiamento.
L'interpretazione di Beatrice, dotata di una voce eclettica ed emozionante, e forse anche la sua scrittura sembrano diventare ancor più speciali quando sono alle prese con il dialetto della terra d'origine (Ventu). Oltre ad essere capace di spaziare fra le sonorità, Ombre è un lavoro profondo, di spessore e ricerca, piuttosto raro per i tempi musicali che corrono.
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La recensione OMBRE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-06-03 23:18:55
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