Che Also Sprach MIZOOKSTRA dell'open-duo MIZOOKSTRA non sia, esattamente, l'album più semplice su questa Terra, mi pare un dato di fatto. Occorre infatti una breve, quanto artigliata, esplorazione di un paio di brani, per comprendere come si abbia davanti una costruzione al tempo stesso molto complesso ma anche davvero minimale. Già SESSION#1, per dire, è un viaggio al termine della notte in una sottobosco di suoni e rimandi che vanno dal free-jazz a una certa qual attitudine punk.
Eppure, dopo essermi perso, a più riprese, nei meandri, per altro piuttosto collosi, di questa costruzione sonoro ho, forse, trovato il bandolo della matassa. E per farlo, ammesso e (non) concesso lo si dovesse fare, non mi sono (tanto) affidato alla musica quanto alle parole degli stessi MIZOOKSTRA: "La componente sintetica è analogica: nessun computer è stato utilizzato. I suoni degli strumenti a fiato sono rielaborati, campionati e filtrati in tempo reale in un costante flusso improvvisativo, in equilibrio tra dimensione acustica ed elettrica. Ogni elemento, ritmico, rumoristico e melodico, è creato istantaneamente e poi rielaborato durante la performance. Nulla è pre-programmato".
Finalmente avevo capito, finalmente avevo realizzato di aver sbagliato approccio: questo non è un "disco" classicamente inteso ma è molto più vicino a una sorta di improvvisazione cristallizzata. E allora, intendo così le varie session, tutto si spiega. Almeno in parte.
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