JoyCut
TheBluWave [TimeWhenSilenceIsAPoem - TheIceHasMelted - AndBleedingGlaciersFormOurTears]_ 2022 - Elettronica, Ambient

TheBluWave [TimeWhenSilenceIsAPoem - TheIceHasMelted - AndBleedingGlaciersFormOurTears]_
01/09/2022 - 16:42 Scritto da Libera Capozucca

L’impegno ecologista e la complessità dell’animo umano. I JoyCut tornano dopo nove anni con “TheBluWave”, l’onda blu che ci sommerge di elettronica sperimentale e suoni orchestrali per raccontare questi tempi difficili.

Dopo nove anni dal precedente disco e dodici dall’album che li ha fatti conoscere a livello internazionale e apprezzare dalla critica più esigente, i JoyCut tornano con un nuovo lavoro dal titolo “TheBluWave”, frutto di un impegno artistico ininterrotto che svela, ancora una volta, il magmatico universo sonoro di un progetto musicale sempre attento all’ambiente e alla sostenibilità. Nel lontano 2007, agli esordi, i lucani JoyCut sono una piccola meraviglia di elettronica strumentale-cinematica, destinata a calcare presto i palchi di festival internazionali accanto a band di culto come Arcade Fire, The Chemical Brothers, The Cure. Oggi il gruppo mantiene intatta la sua formula stilistica e di fatto celebra tacitamente la sua longevità: “TheBluWave” è frutto di un’evoluzione convincente e matura e marca un punto d’arrivo importante per i JoyCut, a tal punto che Brian Eno inserisce un pezzo del disco nella compilation "Earth/Percent" in occasione della giornata mondiale del pianeta.

L’album presenta alcune tracce costruite sul contrasto tra dinamismo e quiete, come un collage di voci e rumori di onde sommesse, e altre più lineari, mantenendo l’equilibrio sonoro in tensione costante. Attraversare “l’onda blu” dei JoyCut è un’esplorazione intimista fatta di brani che si espandono come bolle d’acqua, fino a trasformarsi in esperienze sonore significative. Il blu domina l’ascolto perché è il colore del cielo e del mare, sa di infinito, di profondità ma anche di malinconia, di sogno. Per questo gli esseri umani sono posti sulla cresta dell’onda blu, come creature cariche di infinito ma incapaci di difendere la bellezza intorno a sé.

L’apertura è assegnata a “TheFirstSong”, una lunga suite sonora volta a riprodurre in musica visioni tridimensionali, dinamiche che si muovono su paesaggi incontaminati; segue “Darwin”, i cui ritmi sintetici e tribali risuonano come i primi passi compiuti dall’uomo sulla via dell’evoluzione. “Ungaretti”, “Plato/Shirakaba [TheSmileOfTheSun]”, “ThePlasticWhale”, “Antropocene” costituiscono un nucleo narrativo a sé stante individuando, nell’impronta sempre più incisiva dell’uomo sulla Terra, segni dalle conseguenze irreversibili. Suoni oscuri e misteriosi incedono in “Siberia [BeforeTheFlood]” che deflagra come una bomba al centro del pezzo mentre in “Blu Tokyo”, “Novembre13”, “Komorebi”, “Francis&Violet” l’inquietudine lascia il posto a momenti distensivi e il risultato è bellissimo: immersi in una placenta accogliente, prendono forma spirali di malinconia, quasi a rivelare la potenza dell’animo umano quando è in connessione con l’universo. L’ascolto di “Lisantrope” si accuccia su un’increspatura dell’onda blu e ci conduce in mare aperto.

I JoyCut sono compositori senza carta e matita e la forza espressiva della loro manipolazione musicale accosta metaforicamente ai suoni, emozioni e stati d’animo. Anche per questo, “TBW” risulta un percorso di indagine interiore volto a ricercare il senso della presenza umana sulla Terra; è un lavoro di conoscenza e quasi di divinazione che ci incalza a salvare il pianeta prima che sia troppo tardi, a cavalcare l’onda blu senza farci travolgere.

 

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