I Boveeza sono un quartetto milanese nato prima della pandemia, ora al debutto con un disco di nove brani inediti che riassume molto bene l'incontro dei diversi stili e gusti musicali che hanno dato vita al progetto.
Quello della band meneghina è un indie-pop abbastanza derivativo, che attinge a piene mani dall'ultimo decennio di tendenze e successi tutti nazional-popolari, fra citazionismo che strizza l'occhio agli anni ottanta e melodie che restano in testa. Le coordinate sonore del disco si afferrano sin dalle prime note di "Istante", fra tastiere onnipresenti e ritornelli che guardano agli esempi di Tommaso Paradiso, Calcutta, Coez. Lo stesso discorso vale per le atmosfere vintage di "Goleador", fra citazioni di Ritorno al Futuro e orecchiabilità alle stelle. Ma ci sono anche episodi che guardano ad un pop più sofisticato, come ad esempio accade in "Viene Male", uno dei brani che riescono ad aprire orizzonti di maggiore originalità.
L' esordio dei Boveeza ci restituisce il ritratto di una band capace, ma ancora non del tutto inquadrata all'interno di un percorso artistico ben definito. Nel marasma itpop degli ultimi anni, in cui ad un certo punto sembrava davvero che ce la potesse fare chiunque, il quartetto milanese arriva con notevole ritardo sulla batteria di campioni (pochi a dire la verità) che hanno monopolizzato il panorama italiano per oltre mezzo decennio. Quello che rimane sono le giuste intuizioni, i suoni e i ritornelli che funzionano sempre, il brano che ti entra in testa e non ne vuole sapere di uscire. È anche certo, però, che il revival del pop nazionale anni '80 sta lentamente morendo e occorre, pertanto, sedersi a tavolino e guardare al futuro mettendo un attimo da parte le DeLorean.
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