Jennifer Gentle
Sacramento Session/5 of 3 2006 - Lo-Fi, Indie, Folk

Sacramento Session/5 of 3

Tanto per chiarire: questo è un disco parallelo, come fu "One foot in the grave" di Beck tra "Mellow gold" e "Odelay". Tradotto, significa: anche se trovate l'etichetta della piccola italiana A silent place e non della mitica americana Sub Pop in calce al disco, non significa che i Jennifer Gentle abbiano perso il posto. Ché anzi il nuovo disco di canzoni è in lavorazione, sempre per Sub Pop, ed è previsto per il 2007.

Quindi questo disco? Vinile, edizione limitata, è un disco "sperimentale". Nulla di nuovissimo: si sa, i Jennifer Gentle ricamano percorsi a latere sul sentiero della psichedelia raccogliendo mazzetti di fiori dimenticati secondo la moda scandinava. Ovvero, dando la loro personale interpretazione di un genere del passato (ma lo sarà poi sul serio?). Come fanno in altro ambito i Kings of Convenience con il folk alla Simon & Garfunkel, per capirsi.

Ma se in questo vinile non c'è nulla di nuovissimo, non per questo significa che sia facilmente commerciabile, ed ecco il perché della A silent place. "Sacramento Session", registrata dal vivo l'11 aprile 2005 alla Kdvs, radio della città californiana, dal cui sito (www.kdvs.org) era ascoltabile anche in streaming. Son 23 minuti abbondanti e lievissimi, improvvisazione pura e pura beatitudine come nei 70 più psichedelici, quando "le porte del cosmo" stavano "lassù in Germania". E infatti il nome che sorge spontaneo alla mente è quello dei grandiosi Ash Ra Tempel: per chi non li conosce, s'immagini i Pink Floyd delle prime due facciate di "Ummagumma" all'estremo della loro dolcezza, mentre corteggiano silfidi e fate in un linguaggio cifrato di note segrete, con Gilmour affiancato da un ebbro Nick Drake, e Wright in trasognato stato di grazia.

"5 of 3", quasi sedici minuti di suoni ectoplasmici prodotti dal solo Marco Fasolo, è l'altro lato della band. Normalmente, i Jennifer Gentle producono musica che avrebbe potuto essere la colonna sonora della Summer of love 67 di un potenziale e latente serial killer. Una psichedelia celestiale e dolcissima, ma con momenti da incubo che affiorano inaspettati o che si agitano nel timbro straziato della voce di Fasolo. Ecco: se "Sacramento session" è l'incanto, "5 of 3"è l'incubo. Brano alla Nurse with wound, costruito da rumori di studio, racconta di presenze impalpabili e intravedute nell'ombra, che si muovono abradendo buio ed oggetti. Perfetta soundtrack di un horror. Registrazioni di psicofonie (le voci dei morti). Rumori nel cervello. Inquietanti. Minacciosi. Eppure, a loro modo, dolci. Come se urlassero per paura e non per far male. Per tenerti lontano da loro e impedire a te di fargli male. Ma poi, capaci di rabbonirsi come bimbi e distrarsi in un loro gioco. Od osservando una mosca. Come Norman Bates.

Disco incantevole, ma solo per appassionati. Uno di quei lavori intensi, che non stufano, ma alla fine lasciano completamente appagati. E impossibilitati ad ascoltare un altro disco o questo, per un po'. Scordatevi di ascoltarlo distratti. Mettetevi ponati sul divano come nei 70. E partite per questo trip. Destination unknown.

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