Da Vicenza un album emocore che attinge da punk rock, hardcore e screamo
I vicentini Amalia Bloom danno a questo ‘Picturesque’ la forma di uno pseudo-concept album peculiare: una donna cade dalla bicicletta in strada, diversi personaggi reagiscono ognuno a modo suo; i vari sguardi sull’episodio e sui partecipanti, quasi in stile Rashomon, sono l’occasione per riflettere o ragionare su Vicenza, sul rapporto della band con la sua città di origine che, come spesso accade, è travagliato e fatto di amore e insofferenza.
Un racconto corale, complementare ad una formula musicale composita: gli Amalia Bloom suonano un emocore anglofono che si estende in territori limitrofi agganciando stilemi ed elementi da tutti linguaggi che fanno parte della stessa “area” musicale: gli arpeggi tipici dell’emo midwest, riff punk-rock, break screamo o ai confini del metalcore, tirate hardcore, linee vocali morbide e malinconiche pronte a rompersi in growl e scream tagliente. Si tratta di codici musicali che comunicano in maniera naturale, e che anzi raramente esistono in maniera avulsa gli uni dagli altri. E però, pur senza spostarsi dall’ambito riferimento, gli Amalia applicano un’attitudine crossover particolarmente spinta, con cambi e passaggi improvvisi ma sistematici nel loro non lasciare mai che il discorso musicale si adagi per un brano intero sulle stesse coordinate.
Il risultato è che l’ascolto delle dieci tracce diverte e tiene alta l’attenzione per tutti i circa 30 minuti di ‘Picturesque’, ma è impossibile non avvertire una nota di confusione rispetto alla direzione da prendere, un affannarsi dei vari linguaggi musicali a coesistere, anche se gestiti sempre con padronanza tecnica ed interpretativa. Probabilmente la band vicentina può ancora sintetizzare meglio la loro formula e disegnarsi addosso un’identità cucita più su misura, senza necessariamente sottrarre elementi o varietà alla formula né mettere le briglie alla fantasia.
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La recensione Picturesque di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-05 23:38:29
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