A dieci anni dal disco dinamitardo che ha mostrato tutto il loro potenziale, i Management tornano con un nuovo, significativo capitolo della loro storia discografica che narra la collettiva "Ansia Capitale"
Ritrovarmi in questo momento del presente ad avere a che fare col nuovo disco dei Management (del dolore post-operatorio, per chi segue questo panorama artistico da qualche anno in più) è un po' un cerchio che si perfeziona, perché arriva dopo il rework di “Pornobisogno”, nel respiro del decennale di un disco significativo come “AUFF!!”, imprescindibile opera degli anni '10 per slancio dei modi e coraggio espresso fra testi e sonorità. D'altronde, qualcosa di grezzo ma valido era già presente in “Mestruazioni”, naturale restare quindi folgorati da quell'album che a dieci anni di distanza scuote ancora la sua coda lunga e non presenta una benché minima ruga al potenziale dinamitardo. Il presente, dicevamo, si intitola “Ansia Capitale”, e segna l'ingresso del duo Romagnoli-Di Nardo (di fatto, gli attuali Management) nella label Garrincha Dischi per otto tracce che hanno visto la luce il recente dieci giugno.
Sicuramente ne cambiano di cose in dieci o più anni, e per quanto ci si voglia aggrappare al concetto di coerenza è naturale evolvere, modificarsi, addentrare la propria creatività in meandri della persona che non sempre offrono spiragli di luce: “Ansia Capitale” è un po' tutto questo, un'amara presa di coscienza dei giorni che stancamente viviamo, del futuro che appare poco più di un'istanza formale da evadere con addosso le cicatrici di un recente passato che di certo non è stato clemente o gentile. Tutto questo si ripercuote tanto sul songwriting quanto sulle scelte stilistiche: l'energia, il dinamismo iconoclasta muta in forze tanto solide quanto ponderate, mature si oserebbe dire, per un alternative pop che a tratti offre orpelli barocchi apprezzabili in modo crescente ascolto dopo ascolto; in queste strutture del suono, si muovono le parole e la voce di Luca Romagnoli, da sempre una penna valida nella sua personalissima visione delle cose fatta di riferimenti culturali miscelati a frammenti di vissuto quotidiano, e che questa volta si mette in gioco in prima persona parlando del proprio io, dei tumulti e dei disagi, che animano tanto lui quanto noialtri che finiamo per ritrovarci (ad esempio) nel potere calmante del bicchiere.
La verità è che possono cambiare tante cose, ma alla fine siamo sempre “così piccoli che quando cadiamo non ci sente nessuno”, per questa società: i due frentani l'hanno capito da tempo e non hanno la minima intenzione di indorare la pillola o indossare lustrini. È verismo in chiave d'ascolto popular, questa è “Ansia Capitale” che attanaglia tutti, e prenderne coscienza può essere solo il primo passo per abbozzare qualche soluzione. Le canzoni continuano a farci mettere a fuoco cosa siamo davvero, e quelle dei Management ci riescono un po' di più. Anche dieci anni dopo, nonostante tutto.
Fedeli alla propria linea, validi perché c'è qualcosa di diverso da scorgere in ogni nuovo capitolo di questa storia discografica nata da un incidente stradale.
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La recensione Ansia Capitale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-15 18:12:03
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