Nuovo disco di Kaos, a sette anni di distanza da Coup de Grâce
Ogni volta che esce un disco di Kaos One una folta e numerosa nicchia di ascoltatori tira un sospiro di sollievo, mette in pausa le proprie vite e dedica il giusto tempo all'ascolto di qualcosa che, si sa, durerà nel tempo e inevitabilmente rimarrà inciso delle loro memorie per molto a lungo.
Questa volta l'attesa è durata 7 anni, quanti ne sono trascorsi dall'uscita di Coup de Grâce, il suo penultimo lavoro, ma ascoltando Chiodi sembrerebbe non essere passato nemmeno un secondo.
Questo disco riassume in 11 tracce il modo di intendere l'hip-hop di Don Kaos: le strumentali del fidato dj Craim sono sempre ipnotiche e al tempo stesso si dimostrano capaci di potenza e soprattutto potere evocativo. Cassa e rullante non mancano mai, le sonorità affondano le radici nella golden age dell'hip-hop italiano e stanno ben lontane dalle recenti evoluzioni (o involuzioni) della scena contemporanea.
Il suo messo in campo è quello a cui ci ha sempre abituato Kaos, la determinazione è la stessa dei suoi primi dischi, fin dai tempi di Radical Stuff.
Già dalla prima traccia Boris Karloff, tra campioni di vecchi dischi del Colle, si capisce che sarà un viaggio interessante che non deluderà le aspettative: suoni acidi (3° grado), atmosfere da spaghetti western (Titanic) ma anche pianoforte (Sassi) e campione del ritornello cantato da Valentina Greco (Quarta parete) a Sanremo 1974.
Le collaborazioni sono decisamente all'altezza della situazione: Colle der Fomento e DSA Commando.
I primi proseguono una collaborazione ancestrale con Kaos, dai tempi di Ciao Ciao, brano datato 1996. Questa volta è un brano scuro, cupo (L'uomo dei sogni), su una strumentale a base di pianoforte, il che costituisce una novità rispetto alle loro precedenti collaborazioni.
Con i DSA Commando c'è affinità di intenti da sempre ma questa è una delle prime canzoni che scrivono insieme. Quarta parete è un brano che conquista subito: tutto cassa, rullante e raffica di rime più che valide da entrambi i fronti.
Chiodi è un disco solido, che presto finirà tra i classici dell'hip-hop italiano e Kaos si dimostra più in forma che mai, anche (e qui cito) a "cinquanta anni suonati". Chi aspettava questa uscita non rimarrà sicuramente deluso e aggiungerà materiale prezioso alla propria collezione. Anche in questo disco insomma, come diceva Kaos già 15 anni fa "se è il rap che volete, avrete quello che chiedete".
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La recensione Chiodi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-06-22 20:24:00
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