Una delle cose che mi lascia di più l’amaro in bocca, musicalmente parlando, è quando un disco curato, suonato e pensato bene non ha quel mordente necessario a rimanermi in testa, a far breccia dentro di me. La vedo come un’occasione persa, un’opportunità mancata.
MASEENI, al secolo Lorenzo Masini, è un musicista romano da sempre attivo in numerosi progetti di natura e matrice differente, con una predilezione per l’ambito psych rock (Weirdbloom, Big Mountain County). Canzoni d’amore del terzo tipo è il suo esordio solista: otto brani che partono dai classici del pop italiano, rielaborandolo in ottica indie. Fin da subito ci si rende conto che MASEENI ha le idee chiare, e sa quello che sta facendo: i punti di riferimento musicali vengono trattati con rispetto, e arricchiti di contaminazioni che allargano il respiro del disco. Manca però, nel corso dei brani, quel pizzico di sale che doni loro una propria identità: troppo spesso le canzoni sembrano costruite con il manuale del perfetto cantautore indie, rispettandone in pieno tematiche e stilemi, ma risultando troppo “asettiche” e impersonali, virtualmente ascrivibili a una serie di altri progetti di stampo simile. Solo nel finale, con la dolce ossessività dei synth di La Fine del Mondo – indubbiamente il brano meglio riuscito e più intrigante del lotto – emerge un taglio più personale nelle sonorità dei brani.
Canzoni d’amore del terzo tipo è una bella promessa non mantenuta in pieno: se tecnicamente non c’è nulla da eccepire, purtroppo il carattere genericamente indie dei brani non riesce a far spiccare il disco in quella che è una scena ormai parecchio affollata. MASEENI ha sicuramente talento e preparazione: non gli resta che metterle entrambe al servizio di una produzione maggiormente personale.
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