La Morte Viene Dallo SpazioTrivial Visions2021 - Psichedelia, Progressive, Dark

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La Morte Viene dallo Spazio allarga la propria coscienza.

Prodotto e impacchettato in Finlandia. Dalla Svart, etichetta indipendente di Turku, una manciata di chilometri da Helsinki. Da quelle latitudini, certe sonorità sono di casa. D’altra parte, svart significa nero. E il suono dei La Morte Viene dallo Spazio non poteva lasciare indifferenti il popolo più felice del mondo. Va be', tralasciamo la traduzione di svart…

Che poi, bisogna dirlo, “Trivial Visions” si infila in ogni pertugio, sfruttando idee e tensioni emotive, passando attraverso idee e soluzioni inattese, ingurgitando stili apparentemente lontani tra loro. Il metal c’è, come da tradizione della casa, e risponde presente, varianti comprese: doom, death, black. Non per nulla la sezione ritmica è agguerritissima (ascoltare la title-track per credere), e le intemperanze in stile hard si fanno largo appena possono, come nell’oscura “Lost Horizon”. Oscurità pronta ad andare in archivio non appena la band milanese decide di indirizzarsi in direzione di territori più acidi, lisergici, visionari: “Cursed Invaders” ricorda gli Hawkwind più spaziali, la psichedelia di “Oracolo della morte”, con le sue spezie prog e il richiamo all’oriente, conferma la volontà di allargare la coscienza, di andare oltre. Come un b-movie dello scorso secolo, leggasi una ragione sociale inequivocabile. Forse la parte più interessante di “Trivial Vision” è tutta qui, nelle urla del theremin, nel calore dei synth, nel loro costruire immagini in multi-color, seducenti, surreali se non (ma sì, esageriamo!) metafisiche.

Il resto assume il buon sapore di chitarroni senza scampo (“Ashes”), di noise disturbante (“Spectromter”), di cavalcate epiche senza ritorno (“Absolute Abyss”), di riffoni in quota anni ’70 (la conclusiva “Altered States”, un titolo che non necessita di commenti). Tutto molto bello, un tutto ancorato a un suono coraggioso e potente, che trasmette energia, forza e un senso di appartenenza profondo. Che non può limitarsi a lasciare indifferente solo il popolo più felice del mondo.

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La recensione Trivial Visions di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-08-16 18:31:00

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