Il progetto di Lorenzo BITW e Danilo Menna fonde influenze elettroniche, nu jazz e prog, per un processo immersivo nell’illusione del sogno
Il primo ascolto del disco d’esordio di Archivio Futuro ci insegna una cosa fondamentale: l’unione di due grandi musicisti non porta necessariamente alla formazione di un super duo. Sia chiaro, la qualità potenziale ed effettiva è elevatissima, ma a differenza di chi si unisce per usare il compagno di viaggio come proprio specchio di luce, Lorenzo BITW e Danilo Menna non hanno velleità istrioniche. Il progetto uscito per La Tempesta Dischi è un diluirsi dei loro stili personali, per la creazione di qualcosa che suoni solo come la risultante di due percorsi, senza glorificazioni di ogni sorta.
Secondo un processo di immersione i due musicisti, aiutati dalle incursioni sofferenti del sax di Vittorio Gervasi, delineano un percorso fatto di grandi salti stilistici, con discontinuità e punte di onirismo psichedelico. Dopo un preludio quieto e apparentemente immobile arriva la prima botta, Deserto Giallo, piccola opera indipendente dove il prog si fonde con un andamento melodico indianeggiante, accompagnata da un video dalla regia concentrica ed ossessiva. In sovrimpressione le parole che descrivono un sogno junghiano, mentre in primo piano figure in maschera suonano solitarie prima di esplorare il luogo circostante, filtrato da una cupa fotografia in bianco e nero.
Si tratta solo dell’inizio di un viaggio in cui la componente sogno prende il sopravvento sul resto, e l’elettronica diventa discorso, molto preciso ed accurato nonostante l’eterogeneità. In un continuo alternarsi di crepe dialoganti si fa spazio prima la natura più cool della techno e immediatamente dopo le sfumature ritmiche nu-jazz. Quello che accomuna i movimenti di questa cavalcata sono le parti di sax, che prendono forma in modo camaleontico su tutte le diverse tracce sui cui vanno a posarsi, ma soprattutto è il sentimento di instabilità che sembra stare alla base di tutto il progetto Archivio Futuro. Instabilità vista come una porta aperta sullo stupore per quello che questo tipo di fusioni musicali possono ancora fare.
Lorenzo e Danilo hanno trovato un intorno narrativo in cui fare abitare le proprie nuove sperimentazioni. Rimasticando i suoni della propria memoria li hanno voluti raccontare come un sogno, per poi dargli le sembianze di un’illusione staccata dal tempo.
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La recensione Archivio Futuro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-06-24 01:03:00
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