Miodio. Con un nome così o si invoca il Signore o si è masochisti. In effetti, ho avuto davvero questa impressione ascoltando i loro pezzi. Per quanto il gruppo dichiari tra le proprie influenze gruppi come U2, Pink Floyd e Radiohead, qui abbiamo a che fare con una versione ultrapatinata dei Subsonica in cui spicca un Paolo Meneguzzi in atteggiamenti inequivocabili con Samuel. Ne è prototipo “Credo”, chitarroni ed archi à la Evanescence ed uno di quei ritornelli che tanto si sentono d’estate fatti di inglesismi dolciastri e che accetti di sopportare – e canticchiare, anche! – fino a settembre. Va detto che i suoni sono puliti, sintetici e che ci sono melodie coinvolgenti, come nel caso della giovanile “It’s ok”. Ma per quanto possa cercare elementi positivi nei brani, rimango sconvolto da “L’angelo”: atmosfere da recenti sigle dei cartoni animati con bassi pulsanti, falsetti, ritmi sostenuti, ritornelli più fragorosi. Come in un incubo, vedo Pokemon impazziti sferrarmi ogni colpo segreto. Il medley finale – documentato anche in traccia video – raccoglie pezzi propri e cover (da CapaRezza ai Motel Connection, passando per “Karma Police”) nel quale spicca almeno un buon inedito del gruppo inspiegabilmente non inserito tra i brani precedenti.
L’atteggiamento è quello di un gruppo che vuole “spaccare” nel vero senso della parola. Questi pezzi vanno bene per heavy rotation di radio commerciali. Decisamente meno se si è in cerca di suoni alternativi al mainstream nel quale, a quanto pare, i Miodio sgomitano per entrare.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-06-25 00:00:00
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