Una raccolta che restituisce nuova vita ai brani della band hardcore torinese
Il tempo che passa, le paure, i ricordi, una società spersonalizzante e uno spirito anarchico; su un tappeto di chitarre e batterie lanciate a rotta di collo gli Alldways raccontano vent’anni di vita e di musica all’insegna della filosofia hardcore, in un lavoro ibrido che contiene nove tracce tratte dai loro cinque precedenti album più l’inedito Parassiti del benessere. La scuola è chiaramente quella dell’hardcore torinese, quella storica dei Negazione e dei Kina, quella a cavallo tra i due millenni dei Frammenti: testi introspettivi, una forte vena melodica sempre sposata con chitarre taglienti e ritmiche implacabili. Gli Alldways in particolare riescono ad essere piacevolmente “quadrati”, un approccio forse un po’ California-oriented merito soprattutto del batterista, che però riesce a valorizzare soprattutto i momenti più melodici (L’odore dell’asfalto le sere d’estate, Bambini (crescono) anarchici). Certo, non manca qualche sbavatura e in generale quel senso di equilibrio precario che caratterizza molte produzioni hc e in realtà fa parte dell’estetica del genere, così come le produzioni piatte e senza troppe sfumature. Ciononostante, in ‘I tuoi abbracci segnano la pelle’ la musica degli Alldways si racconta sicuramente al suo zenith sonoro e tecnico, quindi è un ottimo punto di ingresso nella discografia dei torinesi, che ormai si avviano discretamente al rango di veterani di una delle scene più fiorenti del punk nostrano.
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La recensione I tuoi abbracci segnano la pelle di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-09-18 13:19:52
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