Ivan Stray debutta con un album che fonde elettronica e cantautorato, creando ambienti nostalgici grazie a sintetizzatori e drum machine minimali.
Ivan Stray - nome d'arte di Ivan Cogodi - esordisce con Malafortuna, album che segue tre singoli estratti dallo stesso lavoro. Non è da solo che Ivan porta avanti la definizione del proprio carattere artistico, ma con l'aiuto del musicista e produttore Marco Ulcigrai.
Il disco porta all'attenzione temi di varia natura, guardati sempre da una stessa prospettiva, quella del disincanto. Nei testi come nelle composizioni musicali Ivan sembra riportare alla memoria ricordi passati che ora non possono essere guardati se non in prospettiva. Così l'importanza dello scorrere del tempo e il continuo accumularsi di eventi positivi e negativi sembrano essere i temi fondamentali di Malafortuna.
Tutto questo si concretizza in un ambiente caratterizzato dalla malinconia di un passato lontano, reso attraverso un felice incontro tra elettronica e cantautorato. Sono due i principali elementi con cui Ivan Stray costruisce questa immagine sonora. Da un lato gli effetti applicati sulla voce creano una profondità che simula una lontananza evocativa, mentre arpeggiatori e sintetizzatori danno vita a una base futuristica originale, che trova sostegno in chitarre e bassi ricchi di effetti e leggere distorsioni.
Il massimo esempio della sperimentazione elettronica di Ivan Stray si sente in Le bombe. La canzone inizia con un cantato su cui viene utilizzato un vocoder, per proseguire poi appoggiando linee melodiche suonate da sintetizzatori su una drum machine minimale.
In generale il lavoro di Ivan Stray è uno dei tanti promettenti incontri tra il mondo del cantautorato e quello dell'elettronica. Sommate ai testi non banali, le basi musicali profonde, che a tratti ricordano lo stile musicale dei Cani, generano un forte impatto emotivo che si presta all'accostamento ad immagini evocative.
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La recensione Malafortuna di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-07-30 18:06:30
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