Ad immaginare un album costruito intorno al protagonismo di una armonica diatonica, istintivamente il pensiero corre subito al blues, se non al western e comunque principalmente intorno ai suoni del Nord America. E invece, l’armonicista Giorgio Peggiani si impegna per andare oltre le coordinate più prevedibili, senza tralasciarle, e giocare con le varie possibilità di uno strumento più versatile di quanto molti sarebbero pronti ad immaginare. ‘Contro il logorio della musica moderna’ ce lo racconta in una raccolta di cover e brani inediti in cui l’armonica dialoga con una band e una voce in quello che, anche se costruito attorno ad uno strumento, è prettamente un album di canzoni.
Non mancano il blues, il jazz più melodico, gli standard della musica a stelle e strisce come Down By The Riverside, ma anche puntate nel funk anni ‘70/80, western latineggianti (Volver volver); dall’altra parte marce, liscio, tango insomma radicamento in una tradizione quasi europea di stampo più orchestrale o quasi bandistico. A certificarlo, cover come Nel blu dipinto di blu, certamente non il momento più alto del lavoro, ma un chiaro segnale di appartenenza, oppure una valida interpretazione del classico del liscio. Un’appartenenza giocata anche sul filo dell’ironia, e basterebbe a dirlo un titolo preso in prestito dallo slogan della storica pubblicità dell’amaro Cynar.
Preso con quella stessa leggerezza, il disco di Peggiani intrattiene per la durata delle sue 11 tracce con una buona gamma di suoni e atmosfere che spaziano nel tempo e sul planisfero. A voler essere pignoli, però, manca forse un filo conduttore al di là della continuità dell’armonica e della voce, e manca soprattutto un carattere inconfondibile che dia spessore anche alle tracce inedite, tutte oneste ma senza particolari guizzi.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.