Da Mantova, I Barbari guardano al deserto californiano per confezionare un album stoner classico e rassicurante, come tutti i suoni facili da riconoscere, ma che non si risparmia in termini di pesantezza e impatto. C’è tutto il corredo di riffoni schiacciasassi alla Kyuss e blues ultrasaturo, imponenti midtempo hard rock, passaggi sabbathiani, brevi incursioni psichedeliche. Nove tracce legate da un suono ben definito e da una voce robusta che ruggisce versi in italiano, spaziando dall’estetica rock al nichilismo cosmico passando per semplici ma efficaci affondi contro le parole d’ordine dell’ondata destrorsa che ha travolto il nostro paese negli ultimi anni.
‘Supernove che fanno bang!” è uno di quegli album con radici anglosassoni, ma che hanno attecchito chiaramente in un terreno europeo e italico: a partire, se vogliamo, dal logo e dal monicker, ma soprattutto da un discorso lirico e melodico che a volte si discosta dall’acidità ctonia del canone stoner per costeggiare le terre del rock e dell’alternative italiano, nello stesso campo da gioco di gruppi come i sempre troppo sottovalutati Sula Ventrebianco. La scelta della lingua gioca in questo senso un ruolo importante anche dal punto di vista delle sonorità, che comunque non esaurisce l’elemento “locale” della scrittura dei mantovani. Quell’elemento che, intrecciato con un buon lavoro su suoni, dinamiche e sull’economia “energetica” del lavoro, permette a I Barbari di presentarsi ancora con un buon album stoner che non stupisce o stravolge, e però conserva una sua personalità distinta in mezzo alle migliaia di album del genere che il mondo partorisce ogni anno.
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