Al suo secondo singolo, Martina Di Nardo dimostra maturità compositiva e mantiene alta l'asticella del senso discorsivo in termini sia stilistici che esistenziali
Approda alla sua seconda esperienza in studio sulla breve distanza il percorso produttivo avviato dalla cantautrice e producer campana Martina Di Nardo. Tra le pagine di un singolo come Zero, di fatto, prende dimora e comincia a piantare radici un importante discorso postadolescenziale che si fa, via via, sempre più adulto e affascinante, fino a raggiungere traguardi confessionali non di poco conto e capaci di presentarsi come possibile nuovo inizio per ulteriori argomentazioni e rispettive forme discorsive.
Zero, dal punto di vista sonoro, prende forma e sostanza a partire da un pop rock con venature wave e leggerissimi sprazzi di post-punk che lasciano ampio campo libero, però, a un'elettronica pulsante molto abile nello spingersi verso i limiti di un synth pop che si rende più evidente in momenti di passaggio prima di deflagrare al cospetto di melodie trascinanti e avvolgenti, perfette per un dancefloor acido e tumefatto ma, allo stesso tempo, tanto limpido quanto graffiante al punto giusto e nei momenti più adatti alla causa.
Quanto all'evoluzione concettuale, il brano trae spunto da esperienze di estenuante spossamento sia fisico che interiore, dove traslochi di anima e corpo rischiano perennemente di diventare unico oggetto di riflessione al cospetto di un continuo reiterarsi di ambientazioni e situazioni emotive in eterno andirivieni tra inizio e fine, svolgimento ed eterna reinvenzione per infinite ipotesi di sé. Non poco per una personalità che ha deciso, probabilmente, di trasformare la propria esistenza in un terreno corposamente fertile per debellare fragilità umane e timori esistenziali.
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La recensione ZERO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-08-24 11:09:48
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