La cassa è dritta, drittissima. Le tastiere molto canoniche che cercano una sorta di ascesa, che non porta ad un vero drop, sono quelle di uno standard techno da cantare. La voce ha la distorsione romantica di Mecna. Estate zero pare, nuovo singolo dell'imolano BIAS, è a tutti gli effetti un tentato tormentone. LE rime fatte coi verbi, volutamente basiche, il momento di confusione lirica centrale e la ballabilità generale sono elementi che lo rendono adatto per entrare negli impianti stereo degli stabilimenti, oramai in via di chiusura.
Estate zero pare non si preoccupa però solo di aspirare a qualcosa di migliore, non si limita a cercare con la mente e con gli occhi tempi migliori che saranno accompagnati da giornate calde. Si riserva un lato malinconico, che sfocia nel nostalgico. Quando si era piccoli e non si aveva bisogno di scacciare le ansie andando a rincorrere quel piccolo periodo dell'anno in cui poter stare meglio.
A BIAS manca un po' la brillantezza che permette a questo tipo di pezzi di incollarsi quantomeno al cervello degli ascoltatori. Mano a mano che Estate zero pare cresce con gli ascolti, cresce anche la sensazione un po' ossessiva di una filastrocca non tanto rassicurante, ma almeno non appiccicosa. Una piccola indigestione di zucchero e colorante.
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