Carpacho La Fuga Dei Cervelli 2007 - Pop, Indie, Twee

Primascelta! La Fuga Dei Cervelli precedente precedente

Il tuo unico dramma esistenziale è che sei banale. Rimaneva così, griffato intelligente, il ricordo di una band di Roma chiamata Carpacho!, un disco autoprodotto e un EP targato Aiuola Dischi alle spalle. Una promessa cresciuta nei borghi buoni dell'urbe, orba di quei modi di fare della canzone capitolina scuola Il Locale (dai Tiromancino fino ad arrivare a Max Gazzè, impossibbile non citarli), sintonizzata su frequenze pop ad alto tasso di colori ed ironia, zona melodie killer, con un tocco un po' naive.

Oggi, mentre i talenti italiani se ne corrono fuori da questo paese marcio e avvizzito (anche solo cantando in inglese), i Carpacho! tornano, proprio con "La Fuga Dei Cervelli". Inutile che vi si sottolinei il doppio senso linguistico che ne sta alla base; è invece assolutamente opportuno dire che in un certo senso si tratta del miglior manifesto poetico che questi quattro debosciati potevano scegliere per rappresentarsi. Da sempre in bilico fra elucubrazione intellettuale e sbora caciarona, i Carpacho! non erano mai riusciti a chiudere una canzone senza sbagliare qualcosa, senza esagerare o strafare. Pericolo peggiori Queen come pericolo caduta massi.

Questa volta invece è diverso. C'hanno messo del tempo, tanto o troppo ditelo voi, ma è servito. Perchè parliamo di un album curato certosinamente, maturo, pensato. Che non evita di strafare ed esagerare, in certi casi, ma si poggia su basi solide ed incontrovertibili. Non fateci caso, insomma, se scrivendo al loro indirizzo mail vi risponderà un reply automatico e voi penserete a quali cazzo di turbe umane potrebbero scrivere a questa band oggettivamente sconosciuta. I Carpacho! sono dei fighetti, ma sebbene non abbiano perso quella tendenza ad autocompiacersi della loro bravura (che potrebbe danneggiarli in futuro), questa volta sono le canzoni a spazzare via tutto. E questo è sempre quello che conta.

Inspiegabilmente uscito autoprodotto, senza neanche uno straccio di presunto discografico a metterci qualche soldo - "La Fuga Dei Cervelli" è un miracolo. Perchè dimostra che si può fare dell'indie-pop copiando clamorosamente They Might Be Giants e Divine Comedy, senza però cadere nella mera fotocopia. D'altronde, non stiamo a raccontarcela, metà dei dischi di swedish pop che vanno di moda oggi e giustamente ci entusiasmano sono riconducibili ad un filone di riferimento che ne detta i canoni estetici. Qui è lo stesso. La differenza, però, la fa il talento, e qui ce n'è QB. Che sta per Quanto Basta ma anche per Que Bendidio!

Equilibrio negli arrangiamenti. Coretti al limite del twee. Onomatopopeiche. Tocchi di synth. Inserti di elettronica. Chitarrine cheke-cheke. Piccole cascate di pianoforte. I Carpacho! tirano insieme una grande carovana pop. E hanno la forza di prendere in mano un megafono e cantare cosa intelligenti e divertenti. Prendere in giro i vecchi che per credersi giovani si fanno dare del tu, e le vecchie che si vorrebbero sempre abbronzate. Descrivere peni grandi come un grande vuoto e amori da toilette. Fare il verso ai dandy apatici e rinchiudersi nella stanzetta a sognare notti ai tropici, l’amore al tempo dei nerd. Per arrivare infine a “Regole per un cervello difettoso”, canzone decisamente manifesto, dove Catani entra e strappa applausi: “Forse hai perso la testa / ma se hai perso la testa non hai perso niente / non lo senti un pezzo che manca? E’ questione di statura / Se ti perdi la testa non perdi niente. [...] La prima regola è: se ti senti stronzo lo sei. / Seconda regola: evita il mistico / Ci sarà un momento per rincorrere le religioni e lo supererai”.

Decisamente il disco pop italiano del 2006. Che toglie la materia canzonetta dalle mani sbagliate e riconsegna al mondo indie un patrimonio vasto ed accessibile. In attesa dei cugini Micecars, ci godiamo questa grande e folle corsa. Tristi ed euforici come l’Arabesque TARMiano che chiude questo piccolo gioiello.

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La recensione La Fuga Dei Cervelli di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-09-11 00:00:00

COMMENTI (45)

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  • utente0 17 anni fa Rispondi

    disco bello e divertente

  • debaser 17 anni fa Rispondi

    debaser sono io



  • utente0 17 anni fa Rispondi

    la recensione su debaser è ancora meglio

  • lant 17 anni fa Rispondi

    boh, ho conosciuto prima il disco, e mi è piaciuto molto, poi loro, e idem.
    trovo che siano divertenti, gentili e dolci, chi più chi meno!

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    fanno bene. dovrebbero farlo tutti. la simpatia è una "dote"(?) riflessa che non si fonda su alcun valore.
    (grande Lant)

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    beh non si può dire che trasudino simpatia questi ragazzotti. dal vivo sono freddi e distaccati e sì, se la tirano una cifra



  • acty 17 anni fa Rispondi

    "il disco è brutto perchè loro mi stanno sulle palle"... in fondo anche io lo direi di qualsiasi disco di Zucchero




  • lant 17 anni fa Rispondi

    recensione? hahahahahaha! questo piccolo fan di platinette aveva piuttosto dei sordidi pruriti da grattarsi, imho.
    raccapricciante, ma significativa per la comprensione di questo scritto, l'ampollosa descrizione dell'antipatia dei musicisti, che si conclude con l'immancabile retorica del "per carità, sicuramente non sono antipatici! magari forse mi sbaglio io eh! ma forse no, e se fosse, è colpa loro"
    questo scritto sta ad una recensione come "studio aperto" sta ad un telegiornale.



  • utente0 17 anni fa Rispondi

    Il disco pure pure è ascoltabile, ma dal vivo sono uno scandalo.

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    kalporz.com/recensioni/fuga…

    "La Fuga Dei Cervelli” è già in giro dall’anno scorso e passando di mano in mano, grazie ai prodigi della rete e dell’hype costruito a dovere da alcune webzine, è diventato una specie di piccolo culto indie ancora prima di vedere le stampe. Parrebbe un piccolo miracolo.

    Detto questo, i Carpacho! rientrano nel filone del pop-intelligente che, date anche le capacità minute in sede strumentale, punta quasi tutto sull’impatto dei testi.
    E proprio da questi possiamo farci una vaga idea di con chi abbiamo a che fare: i Carpacho! sono i tipici tizi che ti stanno sulle palle. Quelli che pensano di essere arguti e brillanti e che ci tengono a fartelo sapere. Quelli che vogliono dimostrare di non prendersi sul serio, di essere “cazzoni” (come ormai si autodefiniscono fieramente), ma che fanno dell’occhio serio e distaccato il loro leit motiv. Quelli che per apparire simpatici (apparire, sia chiaro, non essere) metterebbero in cartella stampa recensioni negative e ringrazierebbero col sorriso una stroncatura alla quale si sentirebbero ovviamente superiori.
    Poi loro saranno sicuramente le persone più piacevoli di questo mondo... peccato però che l’antipatia e la supponenza che trasudano da queste canzoni parlino per loro.

    Talmente irritanti da riuscire a stamparti in testa anche una melodia, quella di “C.A.R.P.A.C.H.O.”, che parte dai Blur di “Girls & Boys” per finire in una specie di sigla di “Carletto Il Principe Dei Mostri”. E trovarsi a canticchiarla dal nulla una mattina che stai camminando per strada fa quasi male.
    Ma fatto salvo per questo episodio e per un paio di altri momenti davvero catchy come “Sensazionale!” e il ritornello del singolo “Regole Per Un Cervello Difettoso”, il resto viaggia sul noioso regime di Baustelle cantati senza il minimo spirito romantico ma con il tono monocorde dei Velvet.

    E allora davvero “Maledetto Il Trucco”, perché se non si cercasse di ostentare un’intelligenza in realtà nella media e un’urgenza comunicativa da sbadiglio, questo disco (a meno che non ridotto a ep, tenendo giusto i pezzi meno odiosi) si meriterebbe la muffa degli scaffali di seconda mano.

    Parrebbe un piccolo miracolo, dicevamo. Ma tanto per rimanere nel filosofeggiare povero, l’apparenza è ben lungi dall’essenza. Su ragazzi, più talento e meno pose.