Una caduta e un viaggio per la risalita, l'elaborazione di un lutto emozionale attraverso tutti i momenti chiave che lo compongono, per poter finalmente superarlo e tornare a vivere
Dopo la pioggia è il secondo lavoro solista di Emanuele Coggiola, artista di lunghissimo corso, con un bagaglio di esperienze immenso e migliaia di chilometri percorsi on the road.
Si tratta di una raccolta di quattordici brani che si muovono tra il cantautorato italiano, soprattutto per quanto riguarda voce e testi e sonorità rock internazionali e senza tempo
Possiamo parlare di un vero e proprio concept album con una sua articolazione ben precisa e lo sviluppo di un pensiero ben in vista. Il tema è l'elaborazione di un lutto sentimentale, una storia d'amore finita. La prima metà del disco comprende le prime fasi dell'elaborazione, quelle che più hanno a che fare con la tristezza, la depressione, il rifiuto. La seconda metà è quella che, con difficoltà e attraverso storie interlocutorie ed estemporanee porta di nuovo il sereno e una nuova prospettiva.
Musicalmente parlando e partendo dalla sezione ritmica possiamo notare una batteria che definirei ammaliante e tutta da ammirare per dinamiche, figure ritmiche di gran gusto, precisione e cura dei suoni. Il risultato è di compattezza, tridimensionalità e bilanciamento perfetto. Il basso, grazie alla strada tracciata da cassa e rullante riesce a tracciare un solco preciso e rotondo con un suono vintage e una nasalità piacevoli all'orecchio.
Le chitarre, sia acustiche che elettriche sono chiamate a dare il cambio di passo e gran parte degli ambienti sonori alle canzoni. Sono intese proprio in questo senso al livello arrangiativo e la qualità delle riprese restituisce un risultato dettagliatissimo e al contempo molto caldo. Anche i suoni più spinti o acidi trovano la giusta collocazione senza mai sembrare fuori posto e la capacità di controllare le dinamiche permette alle canzoni di ondeggiare e far ondeggiare viaggiando i sentimenti di chi ascolta.
Tastiere, rhodes, Hammond e programmazioni sono ulteriori pennellate ricercatissime che completano l'orizzonte sonoro con un gusto d'altri tempi e una sensibilità invidiabile.
La voce, in fine, merita un capitolo tutto per se: il timbro è riconoscibilissimo, caldo, essenziale e capace di veicolare le vibrazioni che formano le emozioni di cui sono composte le parole. L'approccio al microfono è una prova di grandissimo carattere e la pasta sonora di questa voce sembra mostrare fiera gli anni passati e le esperienze vissute sulla propria pelle. I testi sono tutti da ascoltare e da leggere perché sono piccole perle, gioielli di essenzialità e al contempo grandissima dirompenza emozionale. Anche le voci ospiti come in Nudo e fragile e Imprudenti bisogni rispettano queste caratteristiche dove la sensibilità emozionale la fa da padrona.
In conclusione Dopo la pioggia è una vera e propria storia, il racconto di una caduta e della fatica per rialzarsi e ritornare ad avere fiducia nel domani e in se stessi. É un disco senza tempo, è un viaggio che merita di essere fatto più e più volte per andare a scovare ad ogni nuovo ascolto sfumature diverse. L'ascolto è lungo, viste le quattordici tracce, ma incredibilmente avvolgente. Si tratta di uno di quei dischi talmente pieni di spunti, che andrebbe ascoltato in cuffia ad occhi chiusi, come si faceva una volta con i classici della musica. Un disco che merita di andare in giro ed essere ricordato, un gioiello di valore inestimabile.
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La recensione Dopo la Pioggia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-09-28 18:44:00
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