Col nuovo singolo Nudi, il terzo in ordine di uscita nel corso del 2022, Simon Cole prosegue lungo la scia di una proposta pop-rap stavolta innestata su strutture che guardano anche a un cantautorato melodico di matrice morbidamente pianistica, di sicuro fascino e trasporto per un pubblico generalista tendenzialmente sanremese ma, se vogliamo, magari più interessato a una parvenza di contenuto traghettabile verso sponde di senso meglio compiuto rispetto ai soliti fenomeni da puro circo mediatico.
Onestamente, però, confessandolo col cuore in mano e con affetto, ha leggermente oltrepassato la soglia di sopportazione, per certe orecchie, questa impostazione globale da stampino, vocalmente figlia di Auto-Tune anche dove – come in questa occasione – non ce ne sarebbe bisogno, fedele al solito andirivieni metrico nella scansione verbale, strascicata oltre il necessario pur di rientrare nei canoni precostituiti da una larga fetta di mercato nazionale.
Se non altro, in Nudi Cole pone in essere una simile attitudine infarcendola di scelte testuali non poi così scontate e banali come quelle di quasi tutto il circondario finto-pop adolescenziale – anche se il rischio di ridondanza espressiva e secchezza concettuale è sempre dietro l'angolo anche nel suo caso.
Fa tirare una boccata di ossigeno la scelta di optare per una struttura complessiva che riesca a tenere saggiamente da parte inutili beat isterici e obsoleti, ma la scarsità di visione evolutiva in termini di scelte melodiche riporta un po' il tutto alla solita condizione di commerciabilità per un brano, complessivamente, non dissimile da tantissimi altri in circolazione tra le mura italiane.
Singolo funzionale per playlist a tema affettivo, anche se una spanna sopra molta retorica circostante. Molto poco utile per chi dalla musica, e da una sorta di evoluzione cantautorale, cerca e si aspetta qualcosa di musicalmente ben più concreto.
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