Gioele Valenti è un talento straordinario. Di quelli che un giorno potrebbe scrivere un disco memorabile se riuscirà a mettere da parte alcuni suoi istinti emulativi per liberare il lato più spontaneo dell'ispirazione. La sua capacità di scrivere belle canzoni è innata. Un dono naturale che spetta ai veri songwriter (da scrivere in inglese, si). Perchè Herself è un costruttore di racconti cantautorali, alla maniera degli americani. Un narratore di ambienti interiori e accadimenti esistenziali. Seduto nella sua cameretta semivuota, trasfigura paesaggi immaginari delimitati da sensazioni fragili. Sussura parole alla sua chitarra e mette in fila canzoni folk a bassa fedeltà, interpretandole con l'aria romantica e crepuscolare di chi è innamorato della propria intimità. Arpeggi fragili e melodie malinconiche si intrecciano sulla sua voce timida ma passionale, con una meticolosa attenzione per i dettagli, nonostante le atmosfere da improvvisazione casalinga. Ballate acustiche suonate e cantate in solitudine, rubando riverberi e rumori allo spazio circostante, ma anche rari momenti di intensità scomposta che scivola su suggestioni rock. Gli Sparklehorse sono più che una semplice ispirazione, così come Will Oldham e Nick Drake rappresentano due punti fondamentali nel suo approccio alla scrittura. Talvolta questi nomi prendono il sopravvento ed il tessuto compositivo si sfilaccia un po’, ma Gioele possiede la personalità per essere artista autonomo e quando si distacca dai suoi riferimenti per dedicarsi alle sue stanze interiori, diventa artista magnifico. Nel suo percorso affianca idealmente il più esperto e famoso Goodmorningboy, rispetto al quale ha minore magniloquenza e minor piglio melodico, ma forse maggiore emotività ed approccio più fisico. “God is a Major” ha comunque la credibilità ed il sapore del disco internazionale. Ulteriore passo in avanti nella carriera di un artista che si evolve lasciando tracce importanti. Stavolta ha forse lasciato per strada un po' dell'ingenuità che rendeva purissimo il suo precedente EP, ma il suo talento è di cristallo. Per questo, la musica di Gioele Valenti è uno dei gioielli preziosi ancora nascosti nel nostro complicato mondo musicale. E se davvero la bellezza salverà il mondo, le canzoni di Herself probabilmente verranno con noi.
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La recensione God Is A Major di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-12-21 00:00:00
COMMENTI (3)
Un po' di sano agonismo non guasta mai: io tifo per Herself.
Gran bel disco, incantevole nella sua minimale immensità.
perchè è un bel disco...ma c'è ancora qualcosa da fare. e probabilmente gioele lo farà. Goodmorningboy mi sembra ancora lievemente superiore... per quanto possa aver senso fare la gara...
tutto condivisibile (oltre al fatto che Herself uno come G.M.Boy lo straccia a colazione). Ma allora perché non ha avuto il primascelta riservato ai discutibilissimi vanessa van basten?