Viviamo in un mondo in cui spesso non c'è ragione di essere gentili, ma per fortuna in qualsiasi momento possono arrivare a sorpresa otto tracce a cementare ancora una volta almeno due certezze: la musica di qualità continua a conservare il suo eterno potere balsamico e il Pop, frequentemente bistrattato, può fare davvero la sua parte nel nostro intrattenimento culturale quando è frutto di lavoro, studio, competenza e sincerità.
Federico Russo, frontman dei Novadeaf con base a Pisa, porta qui avanti la sua ricerca artistica senza mai dimenticare l'impegno del messaggio e lo sforzo nei contenuti: Bellicus, il quarto album del progetto e il primo dopo ben sette anni, è tutto dedicato al tema del conflitto da ogni punto di vista, perché c'è odio anche nell'amore (B.D.S.M. - Baby don't shoot me, Again and again). La guerra va superata in ogni angolo della nostra società: lo raccontano ad esempio le iniziative del movimento #blacklivesmatter, i fanatismi religiosi e il brano TLA, ispirato allo scrittore milanese Tommaso Labranca, con un pianoforte ipnotico.
Le tracce interamente in inglese spaziano tra l'elettronica, gli archi e il rock. L'autore si è occupato di voce, tastiere, basso, sintetizzatori, drum machine, chitarra elettrica e anche degli arrangiamenti degli archi, affiancato in alcuni punti dai suoni del violoncello, delle percussioni e della tromba. Alla penultima traccia, prima della chiusura affidata all'ossessiva No Quarter (Bellicus), la voce si fa dolce e consapevole, alla Kings of Convenience, e inizia a raccontare la storia di due innamorati sulle note di un arpeggio di chitarra acustico, delicato e magnetico. La magia di The Warchild vuole dirci che non dobbiamo aver paura né tra le lacrime, né tra le macerie del futuro e neanche sotto alle bombe. Vinceranno i violoncelli.
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