Leggende narrano che il peso della nostra anima immortale sia di 21 grammi. Film, letteratura pseudo-scientifica e musica hanno condito questa profonda, mistica e affascinante concezione. Incuriosito mi inoltro nell’ascolto del concept album 21 Grams di Privative Alpha, poliedrico progetto di Daniele Ferro.
Premo play e rimango completamente spiazzato da questo intro a tratti spettrale, adornato da un organo in sottofondo e voci che si alternano in un tripudio di disperazione, tristezza e solennità. Il suono del battito del cuore che solfeggia il tutto si ferma e comprendo: il viaggio è appena iniziato.
Soldier - Too far from home mi porta su sentieri epici dai lineamenti celtici, vestendosi totalmente di un prog melodico con richiami anni ’70. Queste chitarre che grondano potenza rendono il tutto davvero interessante saltellando sino ai confini del metal. La terza traccia, Outcast - Blame the fool, dimostra già la maturità del progetto. Atmosfera che ricorda alcuni passaggi alla Peter Gabriel nei suoi tempi migliori, giocando con un intreccio armonico e melodico degno di nota! Un pianoforte ben presente decide con teatrale arroganza la trama emotiva. Gran pezzo!
Verso del vino rosso nel calice e continuo l’ascolto di 21 Grams cercando di intuirne i messaggi, nascosti e non, di un progetto musicale che sembra d’altri tempi. Wife - Reunification cattura subito l’attenzione per la sua delicatezza. A causa dell’onirico intro (bravo Daniele) vengo catapultato nei labirinti di questa classic ballad dalle venature hard rock anni ‘80 che sposano alla perfezione l’intento del brano: far respirare e riflettere la nostra di anima. Ma ecco che si ritorna sui sentieri di un prog nu-metal accompagnati per mano da riffoni di chitarra su cui scivola una voce ben impostata e soprattutto espressiva. Son - Silence between us è la firma artistica di Privative Alpha: ti sbatte letteralmente in faccia il peso di questi 21 Grams. Mother - A new flower e Priest - Soulfly tornano a spiazzare l’ascolto esternando tutto l’amore e la paura che un’anima possa contenere in un viaggio dove ogni aspetto è collegato, indipendentemente dalle strade intraprese. Mi appaga questo mix di generi e capovolgimenti emotivi e sensoriali. Qui di noia non ce n’è! E in un mondo musicale pregno di un nulla cosmico è davvero un gran punto a favore per Private Alpha. Il concept album chiude con la traccia numero otto dal titolo Immobilized - Make her fly, confermando la poliedricità di questo bel progetto musicale nella speranza che non venga perso nei meandri della discografia italiana.
Se il peso dell’anima sia davvero di 21 grammi, credo che non lo scoprirò mai, ma di certo quest’album convince già dal primo ascolto donandoci una musica con importanti riferimenti del passato, esternando anche originalità e una matura presa di coscienza del proprio valore artistico. Dimostrazione di grande coraggio.
Amen Cris Allinson
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