La storia del rock è piena dei cosiddetti gruppi di seconda o terza fila, oneste band “quasi famose” che in Inghilterra o Stati Uniti sbarcano allegramente il lunario senza mai assurgere a popolarità vera, anche se magari sono frequentatrici assidue delle classifiche (generali o specializzate) nelle posizioni che vanno dalla 30 alla 21. In Italia, non esistendo un mercato discografico degno di questo nome, un simile caso non si dà. Le band di seconda o terza fila sono condannate all’anonimato assoluto pur producendo musica rispettabile, che se anche non possiede l’originalità dei grandi nomi (dei quali va anzi al traino), riesce sempre a essere dotata di questo o quell’accento personale che fanno la differenza – importante differenza – dagli sfigatissimi gruppi clone.
I Demi project sono appunto il classico gruppo di seconda o terza fila. Propongono un’elettronica anni 90, memore della lezione di Groove Armada, Massive Attack, Moloko (evidenti le parentele della voce di Deborah Marincola con quella di Roisin Murphy in “Sfumature”, troppo bluesy invece in “Tutto vero”) e molto affine ai concittadini Subsonica e ai Delta V. Un prodotto onesto e di livello discreto, che rispetto ai nomi citati svisa talora anche verso jazz-rock e soul (“Carnepesta”) e mostra in generale una connotazione decisamente più rock.
Se come musicisti i Demi project sono in giro dal 1990, il gruppo si è formato nel 2001. Il fatto che non abbia ancora raggiunto notorietà (se non eventualmente a livello locale, cosa che non posso sapere) fa riflettere: dove sta il “difetto” dei Demi Project, al di là dei limiti di mercato sopra citati? A mio parere, essenzialmente in due cose: nella voce di Fabrizio Fassio, poco adatta al genere, e nella composizione dei pezzi, che mi pare ancorata al tradizionale modello rock e soul, per cui l’effetto finale è quello di un travestimento/arrangiamento elettronico di un prodotto che nasce altro. Un po’ né carne né pesce, insomma. Se ci si aggiunge che pure l’elettronica anni 90 è ormai un po’ fuori dal tempo si ha il quadro completo della situazione.
---
La recensione Meccanismi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-07-25 00:00:00
COMMENTI