I pin cushion queen uniscono rock, elettronica e Tim Burton
Nella storia dei bolognesi pin cushion queen c'è almeno una certezza: Tim Burton. E' una sua filastrocca che dà il nome al progetto musicale. E ci sono le sue "fiabe oscure", musicate da Danny Elfman, ad ispirare tracce come The Haunted, che apre l'album Stories: un coro di voci eteree e notturne si leva al buio su un tappeto di contrabbassi, fino all'alba dei corni viventi. Ma l'atmosfera si trasforma subito: percussioni incalzanti sono lo scheletro su cui le voci e l'elettronica costruiscono Hiccoughs.
La situazione cambia ancora: Still e We Saw You Fall sposano il rock con i sintetizzatori, mentre il canto si fa cavernoso in Hindrance. La tensione continua a salire con Ghost & Witch, forse il pezzo più cantautorale, il più vicino a una forma-canzone tradizionale. Il ritmo rallenta attraversando le ballate Little Boy e Scissors, con i versi dei testi sempre più protagonisti in primo piano. I contrabbassi tornano a vibrare potenti in Thick Black Mud, mentre The Expedition chiude il disco accendendo un faro puntato sulla speranza nel futuro.
Gli amanti di generi ed etichette non avranno vita facile con i pin cushion queen, alternativi a qualsiasi categoria e allergici ai tentativi di classificazione. Le dieci tracce spaziano tra rock, elettronica, dark, indie e altre sfumature. Ciascun brano racconta un tassello del mosaico dell'album con la sua identità, con la sua diversa matrice musicale, con la sua piccola Storia.
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La recensione Stories di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-18 00:00:00
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