La bellezza del cantautorato alla vecchia maniera, realizzato da un talento di 25 anni
Sono due ballatone ad aprire il disco. Punto e accapo lo fa con una vena intensa e sincera, all'insegna di un amore coronato dall'assolo di chitarra elettrica. Invece Per due come noi, con il suo titolo, richiama alla mente il brano di un altro calabrese doc: "Per due che come noi" di Brunori Sas. Ad ogni modo, qui e in Davvero, sono ancora i sentimenti a guidare la penna di Simone Gualtieri, mentre Il posto in cui tu vivi introduce un'attenzione profonda nei confronti dei problemi del mondo, dalle violenze alle guerre. La traccia In memoria del mio sangue, che dà il titolo a tutto il lavoro, è accesa da un interessante spoken word, un flusso di coscienza ben adagiato sul tappeto rock.
In un giorno che non va e Ho imparato a camminare sorprendono con strofe caratterizzate da un punto di vista, un'orecchiabilità, un piglio interessanti ed ispirati. Non è difficile lasciarsi andare un po' alla commozione con le parole di Parole di madre, che riescono a schivare la retorica, sfiorando con dolcezza la poesia dei legami eterni. Con La casa di Sara, il cantautore 25enne mostra anche un'attitudine per lo storytelling. Nelle ultime tracce, a partire da Mezzo sole, il pianoforte diventa sempre più protagonista, accompagnando per esempio un altro intenso momento di spoken music, quello de L'ora buia delle favole: i versi ricordano in qualche modo, piacevolmente, l'andamento di "Cirano" di Francesco Guccini, pur con un'ambientazione completamente diversa.
Oltreoceano arriva in chiusura con un carico di stupore: qui il parlato interpreta un'originale musicalità, che si sposa perfettamente con l'atmosfera Blues, dando vita al pezzo probabilmente più "contemporaneo" di tutto il progetto. Una delle caratteristiche dell'album, infatti, è quella di suonare un po' classico e tradizionale nel suo pop-rock d'autore: 12 brani realizzati alla vecchia maniera, semplicemente, con chitarre, basso, batteria e piano. Un bel timbro di voce, testi non banali e una buona produzione si mettono al servizio della voglia di raccontare le fragilità e lo smarrimento, un desiderio che nell'arte risulta sempre affascinante. Non possono quindi esserci dubbi sulla qualità del disco e della scrittura, ma forse bisogna trovare il modo di iniziare a tracciare una nuova via nel panorama attuale, per riuscire a imporre la propria profondità in un contesto purtroppo saturato da hit leggere e sintetiche. Un'idea potrebbe essere provare a contaminare le prossime canzoni con un pizzico di elettronica elegante.
---
La recensione IN MEMORIA DEL MIO SANGUE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-13 22:07:35
COMMENTI