Una conferma: una band di giovani artisti che produce arte (avanguardista) non ancora contaminata dal cosiddetto "artismo”
Nella banalità del nostro continente, negli ultimi anni, si sono succedute: pandemie, guerre (o "operazioni speciali") ed elezioni politiche; in un clima di totale italica normalità, continuano ad aumentare i femminicidi e i partiti di sinistra, mentre da alcune settimane i grandi concerti sulle spiagge sono terminati e, nuovi presidenti delle camere (dal sapore così retrò) sono saliti a dirigere i lavori del nostro parlamento.
Questa appena descritta, non è la cronistoria di ciò che abbiamo vissuto; ma il concept del secondo lavoro dell’Estrema Leva Artistica Musicale 900: un ordigno anarchico contro la normalità degli eventi.
RADIO ESTREMA è una stazione radio tramutata in album, un susseguirsi di interventi radiofonici populisti, anarchici, complottisti e no sense. Un’ora e mezza di un prodotto simile a uno dei podcast radio italiani più seguiti – ma da suonare sui vostri giradischi. Un podcast intervallato da canzoni rappresentative dei più disparati generi musicali: dalla trap di MESSICO TRAP CITY alla musica folk di protesta come Radio Anarchia e Canto Brigante (che tanto richiamano i Bandabardò e i Modena), fino al pop alla Gazzè in Ballata di uno straccione intellettuale dissidente o al periodo Jazz di Capossela con Amore; senza dimenticare le loro impronte CCCP/CSI, già richiamate nel precedente lavoro (Un'Inverno all'Inferno) e stavolta riscontrabili nella centrale (per tematica del concept) S.P. Provinciale e nella conclusiva Prendi il vino.
I brani in caps lock fungono da surreali interruzioni radiofoniche. Sono il collante fra le vere e proprie canzoni e il concept del lavoro prodotto: un lavoro che tanto si discosta (a livello stilistico) dall’ottimo esordio, ma ne mantiene le caratteristiche fondamentali, così nei dischi come nei loro profili social.
Da segnalare il litigio fra F. Zappa e C. Bene o gli interventi di Barack Obama e dei manifestanti in piazza Verdi, fino ai momenti di suspence come quelli in MOBY DICK VS ACAB, o altri di estrema tristezza (riscontrabili nella monumentale CARNE).
BOOM, la traccia radiofonica che conclude il progetto Radio Estrema, è un'escamotage (di manzoniana natura) per paracularsi dinanzi agli ascoltatori e spiegar loro il motivo di questo lavoro tanto diverso dal precedente: un’autodichiarazione di totale libertà artistica prima di essere inghiottita dalle voci del paese (ir)reale.
In fondo, il loro non è un nome citato fra i salotti musicali o nei licei d’Italia: è "soltanto" un gruppo di ragazzi che produce e pubblica. Un nome che circola silenziosamente come serpi; sottovoce, solo in alcuni luoghi (tra Urbino, Bologna e la Puglia). Gli Estrema Leva possiedono la fortuna di mantenere intatta la loro velleità intellettualmente punk, genuina e ancora ingenua (con l’accezione migliore del termine). Che troviamo soprattutto in Punkarabbiniere (con sonorità a là 99 Posse) e in 1,2,3. Ma anche in TempoMorto, un singolo volutamente lasciato fuori dall’album e utilizzato solo come jingle della loro Radio Estrema (trovata geniale, marketing prodotto senza saperlo).
Insomma, una conferma: una band di giovani artisti che produce arte avanguardista non ancora contaminata – come solitamente avviene per taluni artisti giovani come loro – dal cosiddetto "artismo". Ossia quell'arroganza nel sapere di aver costruito qualcosa di importante, ma che si rivela soltanto un minestrone di proprie influenze e un copia e incolla da altri artisti, senza creare davvero qualcosa di innovativo.
Qui, è il contrario. Ci troviamo dinanzi a un disco di difficile comprensione e lettura, un album particolare. Che segue una strada sua e soltanto sua, nonostante la presenza (anche) di alcuni stilemi tipici del cantautorato italiano e alcune sonorità note del nuovo millennio.
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La recensione RADIO ESTREMA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-26 16:19:00
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