Cabruja non lesina sul pathos e racconta una Caracas tragica e cinematografica
Negli ultimi due anni abbiamo parlato a più riprese di Cabruja, cantautore venezuelano, da tempo residente a Genova, uomo di musica ma soprattutto di scienza. Oltre al suo omonimo disco d’esordio, uscito lo scorso 5 novembre, ha pubblicato un singolo tratto da esso, La Corazonada.
Si tratta di un pezzo particolarmente sentito, legato in modo molto stretto alla vita e alle origini di Cabruja e alla città di Caracas, capitale del Venezuela, segnata nel tempo recente da un esagerato tasso di omicidi. Le atmosfere del pezzo ricordano le colonne sonore della Hollywood classica, quella dei musical anni '60, quella dei grandi cappotti di archi che presagiscono tragedie imminenti, tanto patetiche quanto appassionanti. La Corazonada potrebbe tranquillamente far parte del terzo atto di un West Side Story qualunque, nei minuti precedenti una coltellata o uno sparo di rivoltella nei confronti di uno dei personaggi principali.
Lo scarto che porta il brano di Cabruja su un piano superiore rispetto alla semplice emulazione stilistica è il carattere autobiografico che il sentimento de La Corazonada si porta dietro. Caracas non è più quella di un tempo, rimane rinchiusa in un ricordo lontano nel tempo, ma anche nello spazio. Cabruja decide di non lesinare sul pathos, regalandoci un affresco tanto tragico quanto cinematografico di un luogo lacerato dal dolore.
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La recensione La Corazonada di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-29 17:58:00
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