Folk alternativo è una definizione che può andare bene per ‘We ‘ve been through’ dei Dead Cat in A Bag; a patto, però, di specificare meglio i contenuti di questo termine ombrello, provando per esempio dire che nell’ultimo lavoro della band torinese si incontrano e danzano tra loro i fumi delle bettole di Tom Waits, la caciara piratesca e irlandese, il klezmer, la tragedia gotico-western di Nick Cave, la musica concreta e la visione cinematografica.
Tra dramma romantico e dannazione decadente, i mondi delle dieci canzoni si incontrano, si scontrano e si declinano secondo una gamma di soluzioni a volte classica, a volte sorprendente, spesso entusiasmante e soprattutto sempre ben curata. Ottoni mariatchi in salsa Morriconiana, archi e pizzicati, pianoforti, voci irrochite dall’alcol, chitarre twangy, stralci folk e tradizionali, tutte armi note dell’arsenale dei grandi cantori di questo folk post moderno e transcontinentale (ma sicuramente molto occidentale), che però i Dead Cat in A Bag mostrano di saper padroneggiare senza cadere nella banalità né farsi sopraffare, confidando in una serie di punti fermi: in primis nell’interpretazione vocale calda e sofferta, poi in un’ottima capacità di arrangiamento, esecuzione e produzione.
We've Been Through è semplicemente un album ben scritto e ben realizzato; non necessariamente un album originale nella sua essenza, ma sicuramente un album che riesce a sorprendere e a trasportare in un mondo di emozioni vivide, cicatrici e sangue caldo.
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