Un piccolo inno alla perseveranza, con un Pietro Mennea nella testa
Prima della pubblicazione del suo ultimo disco Camera Oslo Cassandra Raffaele dava vita a questo singolo, sorta di preambolo a quello che sarebbe venuto l'anno successivo, ma comunque separato, indipendente. E basta dare un ascolto veloce a questa Pietro Mennea per capire come mai sia rimasta fuori dal disco. Si tratta di un pezzo che corre, e non solo per il suo titolo. Corre dietro la batteria, corre dietro ai propri strani significati.
Al posto di riferirsi alla malinconia di Colapesce o ad alcuni manierismi di Carmen Consoli Cassandra Raffaele questa volta abbraccia la leggerezza che fino a qualche anno fa caratterizzava la musica di Levante. La scelta è più che azzeccata, il pezzo gira alla grande, anche se durante l'ascolto continua ad aleggiare la sensazione di essere tornati indietro nel tempo, ai fasti dell'itpop, anche quello meno ricordato, ma ugualmente importante, in salsa femminile.
Quella di Cassandra è una semplice dedica, in nome della perseveranza, in nome di chi ha un Pietro Mennea nella testa. E appena viene scacciata la macabra immagine del velocista italiano che fuoriesce come un alien dal cranio delle persone, il gioco inizia a funzionare. La metafora è ingombrante e forse leggermente forzata, ma per la sua singolarità va abbracciata e presa sul serio. Perché scrivere canzoni significa soprattutto spostare il linguaggio per portarlo alle proprie esigenze, e Cassandra Raffaele nel suo piccolo è riuscita a farlo.
---
La recensione Pietro Mennea di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-18 19:56:00
COMMENTI