Origami Origine 2022 - Rock, Alternativo

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Quando l’esistenza si nutre di rock

Quale l’origine del tutto? L’origine dell’intero universo spirituale e materiale che saccente ha voluto a tutti i costi creare ha forse un nome? Ma poi è davvero così importante conoscere l’origine dell’eterno? So soltanto che in questa notte autunnale ho davanti a me un album da riascoltare. Cinque canzoni che mi hanno lasciato sbigottito aprendomi la testa a metà. Dopo il primo ascolto l’ho odiato. Sì, l’ho odiato. Mi ha fatto guardare allo specchio. Mi ha sbattuto in faccia gli anni che sono passati maledettamente veloci!

Un salto nei dannati anni ’90. Ricordi esplosi sin dai primi accordi che convulsi mi hanno causato sconfinato amore e un dolore amaro e viscerale. Il desiderio di poter tornare a vivere quegli anni, quell’età adolescenziale che spensierata donava paure, il primo sesso, amori, tradimenti, pianti e cuffie come se non ci fosse un domani. E tanto rock!

“Origine” è il nome di quest’album. E loro sono gli “ORIGAMI”, gruppo rock dall’indiscutibile talento e bravura tecnica che ha confezionato un primo lavoro davvero eccitante per queste orecchie da rockettaro romantico. “Ottobre” macina eroticamente l’aria con cassa, rullo, tom e timpano. Una carica d’altri tempi intagliata su di un riff di chitarra dal potenziale “viagratico” che detta subito la legge della band: il rock non è affatto morto! Entra la voce che graffia ogni fottuta nota con un testo tagliente che rende la ricetta degna di grandi palchi.

“Prega il tuo Dio e prega anche il mio”! Quanta bella arroganza questi ragazzi e quanto manca tutto ciò nelle classifiche di un rock italiano mai così vivo come negli ultimi anni. Avanti tutta e senza avviso entra “Spettri”, la traccia colpevole! La traccia che ha smosso odio nella mia anima, devastandomi! Ma in realtà devo soltanto ringraziare gli Origami, ne avevo un bisogno animalesco e irrazionale. I primi Verdena, prima che Alberto finisse in un acido artistico (e per fortuna) componendo oltre i confini del rock. Ma non sono i Verdena, è una band che conquista l’attenzione non solo per questo rock sbattuto in ogni direzione, o per riferimenti (maledetti confronti) di illustri colleghi, ma per l’originalità che possiede.

Ma la nostalgia avanza possedendo senza preservativo ogni mio ricordo! E io mi lascio andare a questo caos emotivo. Qui c’è magia e la magia esiste. Esiste eccome quando gruppi come gli Origami ti cacciano fuori una canzone come “Roswell”! Una improvvisa dolcezza, una interpretazione magistrale del cantante che passa dalla timidezza soffusa dell’intro alla sua esplosione più intima e sporca, sincera, viva. Arrangiamento lineare e tecnicamente perfetto e ammiccante su di uno schema compositivo mai scontato.

Questo secondo ascolto sta volando via come il vino che sta scendendo abile nella mia gola. L’odio iniziale sta scemando lasciando spazio alla verità: “Origine” è un grande album di cinque tracce. Non è un EP per me. Racchiude troppa roba, troppo dolore, troppa speranza, illusioni e sogni che trapelano sudando amore ed esistenza. Un album che ti prende allo stomaco, una fame finalmente sconfitta senza troppe chiacchiere e moine da rockstar. Qui si fa musica e i ragazzi la sanno fare davvero bene. “Fiori e mortai” merita la citazione del testo: "Fiori e mortai, cosa ci serve per non smettere trasmettersi un solo addio, il fumo ci invecchia e non so se è un male”. Capite? Qui siamo davvero negli anni ’90. Aria fresca con chitarre grondanti pura arte, puro rock! Si percepisce toccando quasi con mano la genuinità di un lavoro che rappresenta un intero percorso, racconti di vita da svariati punti di vista che ammettono la loro impotenza di fronte alla vita stessa. Il famoso paradosso di anime sensibili colme di ispirazione.

Chiudiamo il personale Amarcord con “Istinto Animale” che dona melodie ironiche che scivolano strafottenti sulla ritmica possente, anima selvaggia e indispensabile degli Origami, per poi esplodere in una chiusa prog che a loop ci accompagna fuori dalla stanza dei ricordi. Ma si esce “scapellando” come pazzi in overdose d’amore e grinta calpestandoli i ricordi, seppur preziosi e innocenti. Wow!

No, non odio “Origine”, anzi evidenzio ulteriormente un lavoro davvero ben registrato oltre che composto. Una verve di tutto rispetto per una band che sicuramente andrò a vedere live. Non so se davvero è poi così importante conoscere l’origine di ogni cosa, ma sicuramente è consigliato scoprire e ascoltare “Origine” degli Origami. La musica dona sempre le risposte che cerchiamo… bisogna solo saperle ascoltare.

Amen

CRIS ALLINSON

 

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La recensione Origine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-18 00:00:00

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