Un disco che è bellezza, quasi perfezione. Un viaggio tra "le discese ardite e le risalite" per esplorare e provare a capire cos'è un'emozione pura. Mettete play e abbandonatevi...tornerete a meravigliarvi!
Exit è l'ultima fatica di Blindur (Massimo De Vita), cantautore polistrumentista e producer napoletano pluripremiato, con tanti chilometri sui palchi di mezzo mondo e una grande quantità di aperture di concerti a importanti artisti.
Si tratta di una raccolta di undici canzoni in stile cantautoriale, folk con un assetto pressoché acustico. Un album ricco di partecipazioni illustri, come a titolo esemplificativo quelle di Roberto Angelini in Eclisse, Rodrigo D'erasmo in Stati di agitazione.
Al livello musicale, partendo dalla sezione ritmica, abbiamo batteria, drum machine e percussioni puntualissime con un'attitudine all'essenzialità che denota grande gusto e visione arrangiativa. Il suono è caldo, ben curato e mai strabordante. Stessa capacità di perfetta sintesi e funzionialità è applicabile al basso, sempre rotondo, capace di doppiare con precisione la batteria con gusto e semplicità.
Una valanga di chitarre elettriche, acustiche, la lap steel di Angelini, mandolini ecc, sono la cifra stilistica di questo disco e sono il punto di collegamento tra sezione puramente ritmica e la sezione armonica. Si muovono penetrando negli spazi diagonalmente, cementandoli e rendendo il panorama sonoro solidissimo e compatto. Il suono è sempre caldo ed accogliente, le corde di metallo sferragliano il giusto e anche qui non c'è mai una parte intesa come solistica ma ogni incastro viene creato per far viaggiare tutto l'ensemble sullo stesso piano.
Una piccola sezione di archi assieme al violino e la viola di Rodrigo D'Erasmo serve a donare calore e sottolineare passaggi particolarmente importanti e il loro utilizzo non è mai banale o scontato.
Pianoforti e inserti di synth sono ulteriori pennellate di colore in un quadro complesso che però viene percepito dall'occhio (fuori di metafora dall'orecchio) come semplice e immediato.
La voce, capitolo a parte, è la protagonista assoluta e come tale viene trattata anche in fase di missaggio, tenuta fuori dal mix e prevalentemente asciutta in modo da poter veicolare i testi senza rischiare di perdere intelligibilità. I testi sono dei viaggi che non possono essere riassunti in poche parole ma vanno vissuti come veri e propri viaggi, ora verso orizzonti aperti, ora rannicchiati in oscure grotte fredde e umide. Il timbro, la capacità di raccontare con pathos è l'arma vincente di questa voce pulitissima ed espressiva.
In conclusione Exit è un gioiello raro, con una luce diversa per ogni sfaccettatura. Si tratta di un lavoro maturo, che basta a se stesso, esemplare di un'intera carriera, il disco perfetto. L'unico stupore più grande dopo l'ascolto di questo disco è l'immaginare che il prossimo lavoro possa essere ancora migliore.
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La recensione Exit di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-14 17:12:00
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