Un intimo strumentale per perdersi nel nostro mistero interiore
Il mare tra l'autunno e l'inverno è un luogo che generalmente si sperimenta abbastanza di rado, a meno che non siete tra quelli che al mare ci vivono tutto l'anno. Chi lo conosce sa: malinconico, misterioso e romantico ma anche forza selvaggia, severa e inesorabile, il mare è specchio dei nostri più profondi stati d'animo.
È così che Felpa, nome d'arte di Daniele Carretti, già noto alla chitarra e basso degli Offlaga Disco Pax, decide di continuare il suo prolifico percorso in solitaria adottando un concept che dichiara fin dal titolo: Al mare in dicembre.
Anche questa volta un disco strumentale a cui abbandonarsi e concedersi per un viaggio tutto interiore, capace di liberare il subconscio con immagini, percezioni e sensazioni impalpabili. Così come “Pioggia”, la traccia di apertura, suona austera e inflessibile, le otto successive dipingono altrettanti paesaggi sonori, visivi e interiori quasi sempre cupi e malinconici.
Il disco di Felpa è un viaggio puramente ambient, costruito sul drammatico incedere di trame elettroniche fatte di sintetizzatori, drum machine e chitarre riverberate. Colori freddi e suoni bagnati, caratterizzati da una patina alquanto new wave, sono scelti con cura dando vita a tracce che scorrono fluidamente, ciclicamente, ipnoticamente.
Se non siete voi a contemplare lui per capirne il mistero, avvolti nel vostro lungo cappotto su una spiaggia ventosa, è il mare a contemplare voi mentre guidate su un viale di palme lungo la costa. Un viaggio intenso e universale, non adatto per svagarsi con motivetti orecchiabili ma piuttosto per perdersi, in balìa dei propri pensieri. E ogni tanto, dopo la burrasca, spunta anche un timido sole.
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La recensione al Mare in Dicembre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-25 00:00:00
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