Paola Passarello è il cuore di Melamanouche, progetto di gipsy jazz - detto anche manouche - attorno al quale ruotano una fitta schiera di jazzisti tra cui spicca il chitarrista francese Yann Maréchal, altro elemento fondamentale della band. Facendo incontrare la loro formazione artistica i due musicisti si propongono come continuatori e divulgatori del genere di riferimento, presentandosi fin da subito con un programma chiaro e specifico, che prende vita in Un dio, loro primo singolo.
In quasi 5 minuti di brano si rintracciano distintamente tutte le influenze che hanno influito sulla formazione della canzone, dallo swing alla musica gipsy. Forte è il richiamo a Django Reinhardt, che si sente già dalla formazione della band. Sono infatti numerosi gli strumenti a corda - soprattutto chitarre - che orbitano attorno a Un dio. Se la base musicale si compone a partire da due chitarre e un contrabbasso, l'unico strumento a fiato è la tromba di Paolo De Ceglie, che duetta con la voce per tutta la traccia.
Se è tenendo a mente queste coordinate che viene composta la parte musicale di Un dio, è con il cantato che la voce potente e sinuosa di Paola Passarello porta influenze dalla musica italiana. A partire dalla lingua scelta - elemento non secondario - è su questo piano che viene fatto emergere l'intenzione di Melamanouche di fondere influenze invece che riproporre generi già definiti. Tra virtuosismi vocali e una base musicale credibile su cui appoggiarsi, un progetto così specifico ha i numeri per portare il manouche all'interno della scena italiana.
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