Confusional Quartet disco omonimo della band di Bologna è un lavoro che "sa" di sala-prove. Ora, intendiamoci, con questo non voglio dire che "sappia" di birra, sudore e "profumo di giovani ragazzi intenti a suonare" ma nella chiave più sociologica della questione: infatti questo è un disco che celebra la bellezza dello suonare assieme. La formazione, composta da Lucio Ardito al basso, Marco Bertoni alle tastiere, Enrico Serotti alla chitarra e Claudio Trotta alla batteria, infatti, nonostante non siano proprio "musicisti di primo pelo" praticamente in ogni loro canzone dimostrano di essere felici come dei bimbi mentre suonano assieme con i loro strumenti.
Per capirlo basta ascoltare una traccia come Funkistan, una sorta di funky-wave ballata, con stilemi arabeggianti che, oltre ad essere un'ottima canzone, è anche la classica jam da saletta che poi, rifinita e ripensata, finisce per diventare una canzone. Ma di esempi così ve ne sono molti in Confusional Quartet e credo proprio sia la cosa migliore che mi porteremo dietro dopo l'ascolto.
Poi, certo, verso il finale questa spinta verso la gioia di condividere un momento collettivo un po' si spegne e sopraggiunge un vago sentore di già sentito ma, nel complesso, il rock-psichedelico funziona e "ci fa passare" dei bei momenti anche se non siamo in saletta con le nostre amiche e amici a suonare. Al limite ci fa venire voglia di andarci al più presto, no?!
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