un synth-pop onesto, piccole storie intime raccontate con leggerezza, forse però con poca voglia di staccarsi da un clichè stilistico che ha ormai quarant'anni.
Tranne il blu è il terzo lavoro discografico dei Sedona, duo Lombardo formato da Dario Armenio e Anna Mantovani, uniti nella vita oltre che nella musica.
Si tratta di una raccolta di cinque canzoni che seguono decisamente il solco del synth-pop anni 80 e 90 con testi che si muovono per immagini di storie semplici trattate da un punto di vista intimo e personale.
Musicalmente parlando e partendo dalla batteria, troviamo subito l'elettronica di cui sopra, grazie all'utilizzo della drum machine accompagnata nel suo ruolo ritmico da un basso che forse ha poco attacco e suona quindi poco rotondo, ma fa il suo lavoro di doppiaggio di kick e rullo ma non va mai oltre.
Chitarra acustica in bella vista, ora strummata con forza ora più dentro il mood, chitarre elettriche che passano dal clean alla distorsione per sottolineare e richiamare i cambi di modulo arrangiativo.
Tastiere con keys e qualche pad oltre a un sassofono girano e rigirano di canzone in canzone come se nell'arrangiamento ci si fosse prefissati dei limiti, come quelli della varietà dei suoni. Anche lo stesso tamburino (forse troppo alto di volume ed acido sulle alte frequenze).
Le voci costituiscono come sempre un capitolo a parte. La voce femminile ha ruolo soprattutto di riempimento arrangiativo e si produce spesso in vocalizzi molto ben pensati, che bene si integrano nella costruzione sonora dei brani. Non mancano le parti principali dove però il risultato è poco "emozionante", molto piatto e, per quanto intonato, quasi impaurito. La voce maschile, quella più presente e più protagonista ha un timbro molto riconoscibile ma anche qui l'attenzione sembra cadere più sull'intonazione delle note che sul fattore emozionale dell'interpretazione.
In conclusione Tranne il blu è un ep piacevole da ascoltare, ma con dei limiti oggettivi. L'impianto compositivo è sempre il medesimo, così come gli elementi proposti: bpm elevato, chitarra acustica in strumming, drum machine che si semplifica nelle strofe per poi rimodularsi in apertura di ritornello. Voce maschile che espone il tema e voce femminile che risponde con vocalizzi o riprendendo il tema principale. L'ascolto è fluido e leggero, non c'è nulla che non suoni al proprio posto, però forse si è persa l'occasione per sperimentare un po', sempre partendo dagli anni 80, ma magari arrivando al presente o magari anche ad un futuro possibile.
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La recensione Tranne il blu di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-25 17:47:14
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