Si sa, la musica, come l'arte in fondo, è anche e soprattutto una questione di stile, molto personale. Ecco perché per parlare di Duat, il disco degli zagara non posso che farmi condurre dal mio gusto. Ed allora, parlando appunto di gusti, posso dire che Duat non rientra nei miei: la formula di rock-psichedelico del gruppo formato Daniele Cimino: voce, chitarre, tastiere, Federico Mao (basso, moog, chitarre acustiche), Federico Bevacqua (batteria, drum samples), Riccardo Salvini (cori) e Dano Battocchio (ebow) mi è parso, in quasi tutte le tracce qui presenti, al tempo stesso troppo semplice e troppo arzigogolato per presentarci con maturità e, soprattutto, originalità su un palcoscenico. Però questi sono i miei gusti, appunto, ci sono anche i dati, per così dire, più tecnici no?
E allora davanti a un bello come Illuminami anche se non è la mia cup of tea non posso che affermare come questa sia una signora canzone, con arrangiamenti maturi e ragionati, con cambi di ritmo interessanti e vocalizzazioni armoniose. Un discorso sul frammento musicale, per mutuare un titolo di un libro seminale, che pur non affascinandomi mi convince dal punto di vista della tecnica. Ecco allora che Duat rimane per me un buon album che pur non rientrando nel mio canone di ascolti abituali sono stati comunque felice di attraversare.
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