The Chant of the Elementals degli Ataraxia è un disco che mi ha proprio sfidato. Già perché il nuovo lavoro della band folk-new-wave, con influenze dark è un lavoro poderoso, pieno zeppo di riferimenti, filosofici e culturali in genere che, è bene avvertirvi, rischiano di "soffocare" il discorso più squisitamente musicale. Già perché quello che si connatura come un "viaggio alchemico dell’eroe, il viaggio di tutti noi, prosegue e si inoltra nell’elemento terra rappresentato dal profondo del bosco e dalla danza cosmica del cervo" è condotto con sapienza e eleganza dalla band, che suona quasi sempre in stato di grazia i suoi pezzi, con particolare, almeno da parte, apprezzamento per Ode a Dioniso.
Eppure, come ricordato poc'anzi, proprio "tutto questo bene" rischia di fare del male al lavoro, visto che se non si cogliono, subito, appieno i riferimenti e i rimandi intrigati si può perdere molto del senso finale dell'opera. Intendiamoci: se anche non sapete che "Il fuoco bianco di cielo ci ha portato alla fusione con Hlara Aralh, portatore del coraggio del cuore (cor-aggio= agire col cuore)" non è che finirete per ripudiare questo album ma, diciamo così, avrete meno possibilità di apprezzarlo pienamente.
Tuttavia sono convinto che gli Ataraxia non si preoccupino troppo di ciò: a loro interessa fare la loro musica e propagare il loro messaggio. Se sarà carpito in toto o in misura minore è, diciamo così, affare degli altri.
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