Un ritorno alle origini che sa di nuovo. Si potrebbe descrivere così questo Amazing di The Procrastinators, un disco che mi ha convinto soprattutto per l'energia e la felicità nel suonare che lo permea. Già perché, magari mi sbaglio, ma l'impressione che ho avuto è che questo lavoro sia stato molto più pensato per gli stessi The Procrastinators, piuttosto che per il pubblico. Mi spiego meglio. Se uno prende un pezzo come Tonite ad esempio è chiaro e evidente che non può stare fermo sulla sedia ma è ancora più lampante, almeno per il mio modo di intendere e "capire" la musica, che i ragazzi di Bologna si sia divertiti proprio un mondo a tornare in saletta a suonare il punk-rock.
"In questo lavoro la band di Bologna riparte dal garage punk dell’esordio arricchendolo con incursioni in territori che appartengono al post punk e alla psichedelia grazie all’aggiunta di parti di tastiera suonate con una Casiotone e ritmi dal sapore tropicale".
Ecco, proprio questo ritorno dalle origini, confermato anche dal comunicato stampa, mi fa dire che questo è un buon disco, con un inizio veramente convincente e che poi, verso la fine, si perde un po' via, soprattutto per la reiterazione di una formula ormai nota alle nostre orecchie. Ma non importa: per una volta la voglia di ritrovarsi assieme a fare musica come una volta vince su tutto.
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