“Premilcuore” di Gabriele Bombardini è un progetto molto personale a cui approcciare provando ad entrare in sintonia con le intenzioni dell’autore. Le sedici brevi composizioni che che lo caratterizzano infatti sono altrettante sperimentazioni musicali, fatte utilizzando pochi strumenti (chitarra, pedal steel e poco altro) con l’obiettivo di un sound minimale ma evocativo, che va a scavare nei ricordi e nelle sensazioni.
I brani sono così dei viaggi che rimandano ad atmosfere a cui l’artista dà un significato specifico, espressi sin dai titoli scelti, proponendo all’ascoltatore di immergersi nelle medesime suggestioni.
Un intento non semplice, che talvolta ottiene il risultato sperato (“27 gennaio”, “Mustang”, “Infinito”, “Colori sbiaditi”, “Sole tra le foglie”, per citare alcuni dei pezzi dove si riesce a raggiungere un più alto livello di empatia), mentre altre è più difficile entrare in sintonia.
“Premilcuore” del resto non è un disco immediato o di facile ascolto, ma piuttosto un mondo interiore elaborato e trasformato in musica, un percorso intimo e coraggioso dentro cui cercare un senso con la consapevolezza di non riuscirlo mai a trovare del tutto. E va benissimo così.
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