Nidi d'AracNanti li 90's2022 - Folk, Etnico, Alternativo

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L’ultimo lavoro dei Nidi D’Arac è una antologia di canzoni del passato con un sound più acustico, intenso e poetico

All’inizio, insieme alla musica, c’erano le favole e ognuna di esse arrivava da una parte diversa del pianeta. La più interessante di tutte parlava di un uomo che, viaggiando in un mondo grigio, cominciava a scoprire emozioni sconosciute a contatto con culture diverse dalla sua. Più si accendeva la sua sfera emotiva, più il mondo monocromatico che percorreva si arricchiva di colori luminosi. Così, un giorno, comprese che la bellezza risiede dove culture diverse dialogano.

I Nidi D’Arac conoscono a memoria questa favola, sanno bene il significato della parola “contaminazione” e “intercultura” perché la loro musica, da più di trenta anni, viaggia nella cultura popolare, nella musica etnica, nel folklore e nell’elettronica. A partire dal 1998, calcano la scena musicale italiana incidendo album interessantissimi, ottengono riconoscimenti dalla critica e si aprono a numerose collaborazioni. Il loro progetto è innovativo: portare il dialetto e i suoni del Salento, nelle metropoli in cui le culture popolari dialogano con il trip pop e il drum and bass. Ancora oggi i Nidi D’Arac sono un collettivo sperimentale dove i suoni si fondono producendo bellezza, come le favole più interessanti amano raccontare. E siccome le belle favole resistono al tempo, un album antologico arriva a celebrarne la carriera a partire dagli anni ‘90 (“Nanti li 90’s”).

In quegli anni i centri sociali delle maggiori città sono officine di incontri e ricerca musicale. I giovanissimi fondatori della band salentina decidono di unire i suoni della pizzica ai ritmi della cultura underground. Ha presto inizio la genesi di album importanti che mettono in luce, nella scena della world music italiana, lo stile inconfondibile dei Nidi D’Arac. “Ronde Noe” (1999), “Tarantulae” (2001), “Jentu” (“2003”) contengono alcune delle canzoni più belle del gruppo, che oggi confluiscono in “Nanti li 90’s” con un sound più scarno, artigianale, poetico. L’album ha la trasparenza degli arrangiamenti acustici ed è una vetrina melodica che riduce al minimo l’abrasività di certi suoni per cogliere meglio la bellezza delle voci. Ascoltarlo è una piccola grande magia, un’atmosfera, uno stile, un odore persino. Emergono con potenza le canzoni: “Osce” con la sua malinconia, “Camina ciucciu” claudicante, suggestiva, profonda, “N’autra parola” come forza motrice che spinge verso sud l’asse della sperimentazione sonora. E poi ancora “Danza e onore” con eleganti giravolte di pensiero e di suoni che rendono il pezzo un delizioso oggetto da regalo; anche “Sule de ‘iernu” è un tocco di luce delicato. Sul finale arrivano la trasognata “Ei”, i coni d’ombra di “Mara la vita” e, in coda, la sommessa essenzialità di “Jentu”.

Bellissimo questo album che arriva a celebrare la grandezza di un collettivo colto, innovativo che ha lasciato una traccia forte nella musica italiana e che ancora ci emoziona. Il risultato finale è una carrellata di suoni e di ritmi da ascoltare fuori orario, in macchina, quando il sole emerge da un universo notturno misterioso e affascinante.

 

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La recensione Nanti li 90's di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-10-27 15:35:00

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