I diamanti si formano dal carbonio puro, nelle profondità del mantello terrestre. La trasformazione avviene all'interno della roccia fusa, ad altissime quantità di pressione e calore. Una volta nati, vengono trasportati in superficie da correnti di lava, e sono pronti per essere estratti nelle miniere e trasformati in pietre preziose.
Il primo LP di Ginevra, uscito lo scorso 14 ottobre per AsianFake, si chiama così: Diamanti, e ricorda questo processo di creazione. Proprio come la pietra che lo battezza nasce dalle profondità, dal buio, dalle viscere. Da emozioni incandescenti che emergono sotto forma di canzoni dal sound soffuso ed etereo, che pesca da Massive Attack, Autechre e Tame Impala.
Nonostante l’immaginario sonoro di Diamanti, incastonato di beat e synth delicati, sembri provenire direttamente dalle stelle, i testi delle canzoni di Ginevra sono solidi e ben ancorati al suolo: la metro che aspetta in Oceano, pezzo che contiene un campione di Nine degli Autechre; il cielo, la terra e le ossa in Torino; le luci stroboscopiche di Club; gli orari del bus della ballad hyperpop Calamite; la febbre che sale quando qualcuno dice di amarci in Asteroidi, scritta a quattro mani con Mahmood; l'ostinata attesa dell'alba in Anarchici, giocosa e pop; il tuffo nella sua infanzia di Cigno.
Nell’album, Ginevra si fa prisma e ci mostra dodici sfaccettature del suo modo di vedere e vivere la realtà. Indossa le sue insicurezze come medaglie all'onore, e non ha nessuna paura di ammettere con quanta forza è capace di amare, così tanta da rischiare di annullarsi e perdersi nell'altra persona pur di averla accanto a sé. Se nei suoi lavori precedenti, come nell’EP Metropoli, questa attitudine veniva vissuta come una debolezza, in Diamanti diventa dono: Ginevra si presenta infatti come la pietra ancora grezza, da modellare, piena di domande e incertezze, ma non per questo meno splendente e preziosa.
Diamanti è un album che splende di luce propria nel panorama italiano, ed è semplice farsi illuminare dalla sua forza così fragile, così delicata, e avere improvvisamente voglia di "brillare senza forze nella notte" e ricordarsi che tutte le parti di noi, anche le più profonde e nascoste, possono essere lasciate emergere per diventare preziose.
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