Quando la chitarra non serve: Macerie dei Laika Nello Spazio travolge col suo suono oscuro e profondo
Macerie è il secondo album dei Laika Nello Spazio, che arriva tre anni dopo l'esordio del 2019: Dalla Provincia. Un lavoro, e un gruppo, che meritano un ascolto già solo per la particolarità della formazione: batteria, voce e basso e basso. Nessun errore di battitura: i Laika suonano con due bassi e zero chitarre, ma nemmeno ne hanno particolare bisogno, anzi.
I due quattro corde si intersecano e dialogano, creando il suono scuro, sporco e a tratti lugubre, che caratterizza l'album. Non mancano parti in cui un basso si sposta in zone, sonorità e interpretazioni più chitarristiche. Ma i momenti più interessanti sono proprio quelli in cui si sente la presenza di due bassi che tengono in piedi sia la struttura ritmica, sia quella melodica, senza cadere nell'imitazione della chitarra a tutti i costi, come si sente nelle prime tracce del disco.
Le sonorità di Macerie sembrano essere la cornice perfetta per i testi cantati da Vittorio Cappella, che senza mezzi termini parla di argomenti spesso scomodi senza cadere, però, nel complottismo. Rimanendo, cioè, in una dimensione di protesta contro il sistema in generale, ma anche contro precisi avvenimenti di attualità: dal caso di Patrick Zaki, alla gestione degli sbarchi nel sud Italia, come si può sentire in Reazione.
La scrittura dei testi strizza parecchio l'occhio al punk e all'hardcore sia per i temi, sia per le strutture. Mentre le sonorità hanno radici più profonde, certamente a propria volta nel punk, ma anche nella new wave più oscura, riuscendo comunque a risultare contemporanee. Consiglio spassionato: per godere appieno delle sonorità e della composizione del disco, dotarsi di un buon subwoofer o, almeno, di un paio di cuffie vere.
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La recensione Macerie di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-23 16:27:00
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