Elephant BrainCanzoni da odiare2022 - Rock

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Canzoni da odiare è un grido di libertà contro l'apatia e la necessità di conformarsi. Un manifesto rock che vuole evitare la strada più semplice

Vivere per la musica è bello, ma è una fatica bestiale. È bello inseguire i propri sogni, scrivere, registrare, suonare live, tornare a casa tardi e il giorno dopo ricominciare. È bello, bellissimo, ma può essere anche esasperante. Dietro ai palchi e agli applausi ci sono frustrazioni, sudore, notti insonni e porte in faccia. C’è il giudizio di chi non crede sia una strada sicura e davvero percorribile.

Canzoni da odiare degli Elephant Brain, uscito l’11 novembre per Libellula/Believe, racconta tutto questo. Il secondo album della band della provincia di Perugia, registrato sotto la supervisione di Jacopo Gigliotti dei Fast Animals and Slow Kids, segue senza particolari evoluzioni le orme del loro primo LP Niente di speciale, uscito poco prima dell’inizio della pandemia.

Questo secondo lavoro in studio è un disco-manifesto; un insieme di lettere d’amore e di rabbia verso la scelta di vivere di e per la musica. A cominciare da Mi sbaglierò, un inno rock con una spruzzata di fiati, omaggio ai live e alla voglia irrefrenabile di tornare a suonare anche quando tutto intorno ti porta a pensare che potrebbe non essere la scelta giusta. Quel che resta ha lo stesso spirito da anthem sulla scia degli A Day To Remember, da gridare tutti insieme sotto palco mentre si poga e file di power chords spaccano i polsi.

Vicino alla forza e al desiderio di andare avanti per la propria strada non mancano le paure: il terrore di non trovare un senso alla propria esistenza e spegnersi lentamente tra sonno e televisione in Come di divori, il cui intro è da accendino e poi si incazza ed esplode; o la cura con cui manteniamo ben visibili i nostri lividi per non dimenticare le nostre esperienze e imperfezioni di Anche questa è insicurezza, su un sound pop-punk tutto americano. Il tutto gridato a pieni polmoni; solo la ballad acustica alla Zen Circus Rimini rompe brevemente questo rumoroso equilibrio.

Canzoni da odiare è un disco che combatte contro l’apatia, che si ribella al passare del tempo e si riappropria con forza di ciò che agli Elephant Brain, come a tanti altri, è stato tolto. Non solo i live, ma un qualcosa che viene da ben prima del lockdown: quella possibilità di fare arte senza senso di colpa, senza essere sommersi dalla necessità di raggiungere degli obiettivi certi. Ci ricorda cosa significa fare musica per sudare. Per sbattersi. Per urlare e allontanare il più possibile la fine dei propri vent’anni. Niente di più. Come se fosse poco.

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La recensione Canzoni da odiare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-14 13:03:00

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