Qualcosa di grande, forte e stupefacente, come una stella cadente nel cielo. Questa è stata la sensazione quando mi sono approcciato per la prima a volta a Machina ex Devs, il nuovo disco degli Ab Origine. Un disco semplicemente meraviglioso, dove la musica elettronica della band bolognese diventa evocativa di mondi lontani anni luce, forse persi nel tempo sicuramente che albergano nei nostri sogni. C'è un livello fortissimo, proprio dal punto di vista evocativo, in tracce quali The Pathfinder, in cui si accorge di quanto gli Ab Origine, assieme, suonino "maledettamente" bene. Tutto è accorto, tutto è calibrato, tutto è sognante: che gran lavoro!.
"Sentiamo che Machina ex Devs sia un lavoro che torna all’essenza del suono e del nostro approccio alla musica etnica contemporanea. Abbiamo lavorato maniacalmente sulla qualità sonora degli strumenti etnici, quasi tutti suonati dal vivo con poco ausilio di elettronica e siamo ampiamente soddisfatti del risultato. Nonostante l’apparente semplicità degli arrangiamenti è stato un lavoro molto complesso e delicato, soprattutto come sound design".
Un album, perciò, al tempo stesso, potremmo dire, antico e moderno, dove il dato materico e tecnico del suonare si sposa, alla perfezione, con il tema filosofico che si è voluto scegliere e quello poetico che si è voluto (de)cantare. Un disco non semplice, certo, sperimentale ma mai oscuro e criptico: se vorrete investirci tempo, e cuore, la calda luce degli Ab Origine illuminerà anche voi!
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