Parola d'ordine: paura. Tutto è paura in questo piccolo gioiellino musicale, anche la paura di mostrarsi nudi e indifesi così come fuori moda o fuori dal coro. Un piccolo assaggio che promette grandissime cose. Nell'attesa, eccovi il buffet dell'antipasto!
ROSSO PROFONDO è l'ultimo lavoro di Moci, giovane artista romano classe '97.
Si tratta di una raccolta di tre canzoni più una intro di meno di un minuto. Il genere di riferimento è il pop, con un influenza post punk e lo - fi.
Batterie campionate e "distrutte", distorte, alla ricerca di un lo - fi molto di maniera. Stesso trattamento per le programmazioni di un basso che non prova nemmeno a risultare reale, tanto che il suo compito precipuo è quello di rendere, più in basso, le frequenze del kick, più che di generare le radici dell'armonia.
Chitarre elettriche che rinforzano ritornelli che armonicamente poco aggiungono ai moduli compositivi che li precedono e cercano di dare mordente laddove le simulazioni di suoni di pad, key, e synth non riescono a cambiare il passo. Chitarre acustiche strummate servono invece a dare un po' di calore e quel pizzico di frizzantezza sulle alte frequenze, laddove in genere rimangono solo l'aria della voce e l'hi hat della batteria.
Voce trattata bene in faccia come si conviene a questo genere, asciutta il giusto, con trattamento di overcompressione per non avere crolli di volume improvvisi o perdita di intelligibilità dei testi. Più che un vero e proprio canto pop, c'è una cantilena in bilico tra trap ed electropop up tempo. La voce gioca sempre in una comfort zone musicale che non riserva mai sorprese.
I testi sono il vero punto forte di questo antipasto musicale. C'è infatti un filo rosso, un concept che unisce tutte le tracce ed è la paura: paura della perdita, paura di farsi male volontariamente, paura di diventare grandi o e prendersi le proprie responsabilità al meglio e infine la paura di non riuscire a correre dietro a un tempo che per un paio d'anni, quelli della pandemia, ha bloccato la vita di tutti.
In conclusione ROSSO PROFONDO è uno di quei lavori in cui bisogna lasciare sospeso il giudizio. Musicalmente non è un lavoro innovativo, non cerca strade diverse da quelle percorse da centinaia di migliaia di giovani che corrono dietro il mainstream senza chiedersi dove davvero li porterà questa corsa. Gli archivi (e ahimè i cestini) di radio e etichette discografiche sono pieni di musica partorita in una stanza, durante la pandemia, dove si gioca a plasmare campionature in un modo o in un altro, in assenza di altre possibilità compositive. Puntare su questo diventa come compilare una colonna del superenalotto e stare in attesa della prossima estrazione: frustrante. Al livello testuale, di contenuti, il giudizio cambia totalmente. Riuscire a veicolare un disagio come Moci dimostra di saper fare in queste quattro tracce è da sempre ciò che segna la fortuna degli artisti che più amiamo, è da sempre ciò che veramente può chiudere il circuito dell'empatia. Per fare questo continuano a bastare una voce ed una chitarra leggermente scordata e il risultato non sarà mai lo stesso (vedi Battisti chitarra e voce che è totalmente diverso da Vasco chitarra e voce che è totalmente diverso da Ed Sheeran con la stessa chitarra e con la propria voce) purchè si punti sull'emozione pura.
Si sta comunque parlando di tre canzoni e mezzo, troppo poco per potersi esprimere in maniera completa e per farsi capire del tutto. Credo che osare di più possa rendere questo gioco della musica qualcosa di più serio ed appagante. Nascondersi in un sottobosco musicale che suona tutto uguale può far bene per sentirsi parte di qualcosa, ma alla lunga diventa riduttivo. Vista la stoffa mostrata, è ora di accorciare i tempi e fare subito questo passo per completare il passaggio verso l'unicità.
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La recensione ROSSO PROFONDO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-11-21 16:34:46
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