BouvierLupi selvaggi2022 - Cantautoriale, Lo-Fi, Pop

Lupi selvaggiprecedenteprecedente

Raffinatezza e malinconia per un singolo dalle tinte mistiche di liberazione

Il cantautorato lo-fi, dalle atmosfere fumose e circospette, dal sound apparentemente sfilacciato ma in realtà figlio di un calcolo assai preciso, per molti è una scialuppa di salvezza, quella musica di conforto che in ogni salsa venga proposta ha qualche elemento che fa star bene chi ascolta.

I Bouvier, Giovanni Palmer e Fabrizio Facø Convertini, viaggiano a vista in questo tipo di pop sfumando le proprie storie, raccontate con paste di suono composte col misurino. Lupi selvaggi, uscita esattamente un mese dopo Un blu più profondo, è il degno seguito del singolo precedente, perché ne continua il discorso, musicalmente e liricamente parlando.

I Bouvier toccano una chiave mistica insolita, raccontando un dissolversi corporeo, un divenire diversità dentro l'ambiente naturale, e lo fanno con un testo di immagini raffinate e un paio di passaggi beatlesiani dell'era psichedelica. In Lupi Selvaggi emerge la necessità di trovare un nascondiglio, dopo essersi uniti alle "bestie che conosco" e "ai frutti di bosco", due elementi che riescono incredibilmente a parlarsi, uniti da maestria compositiva.

 Dopo questi due singoli le aspettative per il disco dei Bouvier sono abbastanza alte. Seppur immersi in un grande mare malinconico da cui la musica non sfuggirà forse mai, questo canto di sirena è una tentazione che non ha ancora esaurito il suo fascino, soprattutto quando proviene da interpreti raffinati. 

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La recensione Lupi selvaggi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2022-12-10 13:09:24

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