L'approccio col nuovo EP degli Shout è avvenuto contemporaneamente alla preparazione di una torta di compleanno. Non mi si accusi di mancanza di attenzione, perché spesso la parte ricettiva della mente reagisce meglio quando la parte fisico-meccanica è in altre faccende affaccendata. La cosa straordinaria è però avvenuta nel momento in cui le automatiche fasi della ricetta hanno trovato nelle note dell'EP un nuovo tempo di sviluppo.
La marcetta iniziale di "Please, I Want To Phone My Embassy" e l'andamento delicatamente fiabesco di "The Hydraulic Tube And The Smoking Girl" (chiara dedica ai padri ispiratori Reed e Cale) hanno predisposto l'organizzazione degli ingredienti sul piano della cucina e preparato l'aspettativa inconscia ad un ritmo monotono, ordinato e rassicurante necessario alla precisa chimica dell'arte pasticcera. Un pizzico di acidità noise in più con "My Horse Is Gonna Be A Monkey!!!" intrisa di quel soul-punk tanto caro ai Suicide prima e agli Spacemen 3 dopo, fino alla ripetitività schizoide e delirante dell'ultimo pezzo "The Towels Are Dirty", ottime per le fasi finali della mescolanza del composto e via, subito in forno.
Torta riuscita e sfortunatamente finita di lì a poco.
Disco riuscito e fortunatamente sempre ascoltabile.
---
La recensione Once Again For The Cheap Seats In The Back di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-10-03 00:00:00
COMMENTI